Montolivo: “Tutto sui problemi del Milan, la fascia e Montella”

Riccardo Montolivo
Riccardo Montolivo (©Getty Images)

NEWS MILAN Riccardo Montolivo è partito come seconda scelta in questa stagione, ma col tempo si è conquistato il suo spazio. Complici le difficoltà di Lucas Biglia, è riuscito a giocare molte partite da titolare.

Ha perso la fascia da capitano del Milan a favore di Leonardo Bonucci, però è sempre stato professionale. Dopo tante critiche e un po’ di fischi nelle passate stagioni, in questa ha saputo farsi apprezzare per alcune buone prestazioni. Impegno, serietà e professionalità non mancano mai al 32enne centrocampista rossonero.

Milan, Montolivo intervistato dal Corriere della Sera

Riccardo Montolivo è stato intervistato dal Corriere della Sera, che lo ha interpellato su diversi argomenti. Si parte dai problemi del Milan in questi anni, in cui è cambiato tanto senza ottenere grandi risultati: «Cominciamo dagli ultimi anni dell’era Berlusconi. Credo che il confronto con il Milan vincente del passato, anche molto recente, abbia schiacciato un po’ quelle squadre. Le rose erano completamente diverse, gli investimenti ridimensionati, ma le aspettative erano rimaste le stesse. Tutt’altro il discorso di questa stagione».

Il centrocampista rossonero parla delle difficoltà dell’attuale Milan, che secondo tutti avrebbe dovuto in breve tempo fare molto di più rispetto a quanto visto finora: «Ci vuole tempo per conoscersi sul campo, ma credo che il problema sia stato che nessuno si aspettava così tante difficoltà. Se uno è pronto a trovare degli ostacoli, li affronta meglio, invece noi ci aspettavamo un cammino più in discesa e a un certo punto c’è mancato il terreno sotto i piedi. Abbiamo perso fiducia».

Montolivo ritiene che non siano solamente i nuovi acquisti a rendere sotto le aspettative, ma tutti: «Tutti noi stiamo rendendo meno di quello che possiamo. Non mi va di fare distinzioni tra vecchi e nuovi, questo è stato un argomento affrontato all’esterno, ma prima la smettiamo di ragionare in questi termini meglio è per tutti. Ciascuno di noi deve lavorare su se stesso, pensare cosa posso fare io per la squadra e non cosa la squadra può fare per me».

Il giocatore si è espresso anche sulla scelta della dirigenza di rivoluzionare la squadra, dando la sensazione di credere poco nel vecchio gruppo: «Intanto la società ha scelto i nuovi ma anche i vecchi, selezionandoli perché facessero parte di questa squadra. È chiaro che gli investimenti vanno anche difesi, ma io e anche altri siamo sempre stati molto tranquilli che il momento sarebbe arrivato per tutti. Sono sincero: lo spogliatoio è stato unito e sano sin da subito perché è composto da persone perbene. Credo che i nuovi acquisti siano stati selezionati non solo su criteri tecnici, ma anche umani».

Inevitabile parlare della fascia da capitano, tolta a lui per assegnarla a Leonardo Bonucci. A tal proposito Montolivo spiega: «La società ha mandato un messaggio molto chiaro. Voleva identificare il capitano con un nuovo acquisto, per dare un’immagine nuova. Con Leonardo siamo stati in Nazionale insieme, abbiamo un rapporto molto sincero: abbiamo avuto dei chiarimenti, ci siamo confrontati, ma non ci sono stati problemi. Per quanto mi riguarda dal giorno dopo era una questione chiusa».

Qualcuno dice che senza la fascia lui giochi più libero, con meno pressioni. Però non condivide questo pensiero: «Questa è un’analisi che fece per primo Montella, ognuno può farsi l’idea che vuole, io non la condivido. Credo che non avere più la fascia abbia levato dei pregiudizi nei miei confronti. Sono stato visto con occhi diversi».

Si passa poi all’avvento di Gennaro Gattuso sulla panchina del Milan e l’impatto che sta avendo: «Credo che la condizione fisica abbia inciso sui nostri risultati, ma non quanto quella psicologica-mentale. Gattuso ha cambiato gli allenamenti, intensità e durata sono aumentate, ma parte tutto dalla testa».

Montolivo spiega cosa ha portato Gattuso alla squadra in queste settimane di lavoro insieme a Milanello: «Passione, serietà, conoscenza del calcio, grande cura dei dettagli quando guardiamo i video e analizziamo gli errori. E soprattutto l’equilibrio; dopo una vittoria o una sconfitta il suo atteggiamento non cambia, che poi era la miglior qualità di Allegri».

L’ex capitano rossonero commenta anche il fatto di essere tornati al modulo 4-3-3, dopo che Vincenzo Montella era passato alla difesa a tre non ottenendo risultati: «Sono state tutte decisioni prese per cercare un’identità che non riuscivamo a trovare. Credo che il cambio modulo abbia portato difficoltà maggiori anche perché avevamo svolto tutto il ritiro in un certo modo e poi a metà settembre ci siamo trovati a cambiare completamente modo di giocare. Abbiamo perso ulteriore tempo, poi ulteriore fiducia, è stata tutta una rincorsa».

 

Matteo Bellan

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