Sacchi sul Milan: “È un’incognita, patata bollente per Gattuso”

Arrigo Sacchi
Arrigo Sacchi (©Getty Images)

MILAN NEWS – Fatica ad ingranare il Milan. Che è migliorato nelle ultime partite dal punto di vista fisico e psicologico. Ma sul gioco c’è ancora tanto da lavorare per Gennaro Gattuso.

Mi fa venire il mal di stomaco“, ha detto qualche giorno fa Silvio Berlusconi proprio in merito al Milan. La Gazzetta dello Sport di oggi ha chiesto ad Arrigo Sacchi se condivide il sentimento: “E’ un’incognita in tutto. E’ stata fatta una campagna acquisti sbalorditiva, ma è stato messo il gioco al centro del progetto? E’ stata valutata la professionalità e la compatibilità dei prescelti? Sono adatti al gioco? Gattuso ha ricevuto una patata bollente, ma sa tirar fuori il meglio da ognuno“.

Lo storico allenatore del grande Milan ha parlato del primo contratto firmato in bianco con i rossoneri: “Sì e presi anche meno del Parma. Ma al secondo anno me lo raddoppiarono per lo scudetto. Poi mi chiamarono e mi spiegarono: “Non possiamo raddoppiare ogni anno, anche perché lo scudetto è ormai perso e la Coppa dei Campioni è dura da vincere…”. C’era una bella differenza fra quello che offrivano e quello che chiedevo io”.

Sacchi quindi fece la seguente richiesta: “Allora proposi: “Ok, se non vinciamo la coppa prendo quello che mi date, ma se vinciamo la Coppa Campioni triplicate la differenza che c’è ora”. Quando mi abbracciò in campo a Barcellona, dopo la finale, Berlusconi mi disse: “Mai stato così felice di pagare dei soldi…“.

L’ex allenatore ha spiegato come e dove sono nati quei principi che hanno rivoluzionato i rossoneri ma anche tutto il calcio: “Da me stesso, da come sono. Quando vado in bici e incontro una discesa ripida, volto la bici e faccio la salita. Per me è sempre stato tutto una sfida. Dicevano: bravo quel Sacchi, ma vince solo con i giovani…; poi: ma vince solo in C, poi ma vince solo in B… Sempre una sfida. Pavese ha scritto: “Non c’è arte senza ossessione”. Per me il calcio è sempre stato ossessione, ricerca continua del massimo, della bellezza. Pensavo che lo spettacolo del gioco aiutasse e amplificasse la vittoria. Senza ossessione non c’è evoluzione“.

Il Milan di oggi invece fa molta fatica dal punto di vista del gioco. Sacchi non propone cambiamenti, ma puntualizza: “A Baresi dicevo sempre: “Franco, sappi che ogni tuo lancio mi dà un dispiacere”. Ecco oggi avremmo ancora di più l’esigenza di restare corti e compatti, tipo Napoli. E di guadagnare tempi di gioco. Se quando Maldini avanzava, Evani gli veniva incontro. Ora direi a Evani di tagliare in mezzo. E tantissime altre cose“.

 

Redazione MilanLive.it

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