MILAN NEWS – Uno che l’ambiente di Milanello lo conosce certamente bene è Demetrio Albertini, storico metronomo della squadra rossonera, oggi dirigente federale.
L’ex centrocampista, intervistato da Gazzamercato.it, ha parlato del Milan di ieri ed oggi, cominciando dalla stima per l’amico Gennaro Gattuso, allenatore odierno: “Ho fiducia in Rino, ma un conto è fare il giocatore, un conto è fare l’allenatore. Lui ha un amore incondizionato per questi colori e spero che, con la sua grinta, possa trasferirlo ai suoi giocatori insieme alle sue idee tecnico-tattiche. Credo che “Ringhio” abbia assimilato questo senso di appartenenza ai colori rossoneri, sia dentro che fuori dal campo, anche grazie a noi senatori dello spogliatoio. Ricordo sempre con affetto quando, appena arrivato a Milanello, si fece la barba lasciando qualche pelo della barba nel lavandino; io lo ripresi facendogli notare che ci vuole grande rispetto, come in famiglia, in ogni ambito. Un gesto semplice ma che ha aiutato a creare grande unione. Lui, essendo un uomo di nobili principi, ricorda sempre quel momento con affetto”.
News Milan, Albertini: “Deluso da Kalinic, era meglio Belotti”
Albertini ha commentato poi la fase di transizione del Milan dopo l’arrivo dei cinesi a capo del club: “Le aspettative create dalla nuova società erano alte e adesso disattese. Il mercato è una delle componenti per raggiungere gli obiettivi ma non la più determinante come spesso si crede. Purtroppo la mancata sinergia tra Montella e la società ha sfaldato il gruppo, il tutto si è poi acuito in conseguenza dei risultati negativi facendo scemare l’entusiasmo”.
L’ex rossonero ha dato il suo parere anche sul mercato estivo, non proprio convincente: “Quando un giocatore arriva al Milan deve essere cosciente che non ha raggiunto il gradino più alto, ma è solo all’inizio e ha tutto da dimostrare. I rossoneri devono ragionare “day-by-day” senza focalizzarsi su altro. Vedo che in rosa, nonostante il patrimonio speso, manca un vero cannoniere che risolva anche le partite più difficili e ciò è inconcepibile. Vorrei Cristiano Ronaldo (ride, ndr). A parte gli scherzi quest’estate avrei investito su Belotti, il quale però, per adesso, sta arrancando. Confidavo molto in Kalinic, sono rimasto deluso perché speravo fosse più goleador”.
Albertini ha infine sintetizzato la sua lunga storia da calciatore del Milan: “Ho vinto tanto, ma ho anche perso molte finali e le sconfitte ti aiutano a trovare la rotta per trionfare se impari a cogliere gli insegnamenti. La stagione del ’94 è per me la più significativa, in quanto ho vinto con il Milan lo Scudetto, la Coppa dei Campioni, la Supercoppa Italiana ed Europea mentre con la Nazionale sono arrivato secondo ai Mondiali di USA. E’ stato qualcosa di magico e irripetibile. Se penso invece alla partita più importante a sorpresa dico il mio addio al calcio. Le cose belle che ho vissuto con il Milan fanno passare in secondo piano quel momento di estrema sofferenza per me. Il mio sogno era quello di chiudere la carriera in rossonero. Tornassi indietro però vorrei rivivere esattamente tutto ciò che la mia professione mi ha regalato”.
Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it