Kondogbia: “Conteso da Inter e Milan. Ecco i retroscena sulla trattativa”

Geoffrey Kondogbia
Geoffrey Kondogbia (©Getty Images)

MILAN NEWS – Uno dei colpi più costosi, e allo stesso tempo deludenti, dell’estate 2015 fu l’acquisto dell’Inter di Geoffrey Kondogbia. Il calciatore però fu vicinissimo al Milan, che addirittura offrì anche una cifra superiore.

Quella dei nerazzurri all’epoca fu una prova di forza anche nei confronti del Milan, visto l’interesse concreto dell’allora amministratore delegato rossonero Adriano Galliani. Lo stesso Massimo Moratti riferì: “In quel momento lì l’arrivo di Kondogbia aveva mille significati, compreso quello di portarlo via al Milan. Ha fatto parte di un’operazione che aveva quel valore lì”. Con il senno di poi il club rossonero schivò un grosso flop, che avrebbe impoverito ulteriormente le casse della società e non avrebbe in alcun modo innalzato il livello tecnico della squadra.

Kondogbia ad un passo dal Milan: ecco la sua intervista!

Questa estate Kondogbia è stato ceduto in prestito al Valencia, dove sembra essersi adattato bene al calcio spagnolo. In un’intervista rilasciata a Sofoot il centrocampista francese è tornato a parlare della contesa tra Milan e Inter per il suo cartellino: “Non si erano mai viste Inter e Milan farsi battaglia per lo stesso giocatore straniero. Entrambi i club sono venuti a casa mia a Montecarlo per farmi firmare. Erano convinti che con me potevano vincere lo scudetto. Avrei dovuto capire che il mio acquisto avrebbe generato grandi attese”. 

Ecco come Kondogbia ha analizzato e spiegato il suo fallimento in Serie A con la maglia dell’Inter: “Ero il terzo calciatore più caro di sempre della storia dell’Inter, dopo Vieri e Crespo. Sono costato più di Ronaldo! L’errore più grande è stato quello di essere arrivato un po’ troppo rilassato. Non mi sono reso conto del baccano suscitato in Italia dal mio acquisto. Non ero pronto per tutto questo, non mi piace troppo questo genere di pressione. In quella nuova vita avrei dovuto fare un salto di qualità a livello di esigenza verso me stesso. Per esempio: se l’allenamento è alle 11, un grande giocatore deve arrivare alle 10, oppure alle 9,30. Ecco, diciamo chiaramente che non sono stato un grande giocatore”.

 

Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it

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