Galliani: “Tifo con passione il Milan cinese. Marsiglia 1991? Pentito”

Adriano Galliani
Adriano Galliani (©Getty Images)

NEWS MILANAdriano Galliani ha lasciato il club rossonero nell’aprile 2017, dopo trentun anni da amministratore delegato. L’arrivo della nuova proprietà cinese ha portato nuovi dirigenti e ciò lo ha portato all’addio.

Il 73enne brianzolo adesso è candidato al Senato con il partito Forza Italia di Silvio Berlusconi. Galliani, ospite da Giovanni Minoli su LA7, ha risposto a diverse domande anche inerenti il Milan. Ha anche replicato in merito a chi fosse più tifoso tra lui e l’ex patron: “Siamo tutti e due molto tifosi. Anche se abbiamo modi diversi di esprimerci allo stadio. Lui per qualche anno ha cercato di calmarmi, poi ha capito che non ce l’avrebbe fatta”.

Gli viene domandato se prima di andare a lavorare nel Milan fosse tifoso della Juventus : “In Brianza siamo tutti un po’ juventini. Ero più democristiano che juventino. Meglio i rapporti con Juve di Moggi-Giraudo o con quella di Agnelli? Due buoni rapporti, ma certamente più intensi con quella di Giraudo. Difficile digerire gli scudetti bianconeri”.

Galliani conferma di continuare a seguire la squadra rossonera, nonostante il cambio di proprietà: “Sì, continuo a tifare anche il Milan cinese. Vivo le partite con la stessa intensità di prima. La passione è la stessa, amo i colori rossoneri a prescindere dal proprietario”.

L’ex amministratore delegato del club di via Aldo Rossi smentisce le voci su un Berlusconi che facesse le formazioni: “Assolutamente no, le facevano gli allenatori che si sono succeduti in panchina”.

Galliani è stato interpellato sul ritiro della squadra dal Velodrome di Marsiglia nel 1991 nella semifinale di ritorno della Champions League: “Non lo rifarei. Ho commesso un errore, anche se sono convinto che quei 6 minuti finali con illuminazione insufficiente e pubblico al bordo del campo furono irregolari. Avremmo anche potuto pareggiare, all’andata avevamo fatto 1-1 e potevamo farlo pure lì. Poi chissà… Comunque è stato un errore e non lo rifarei”.

 

Matteo Bellan

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