Montella: “Esonero ingiusto, meritavo tempo. Milan senza coppe? Clamoroso”

Vincenzo Montella
Vincenzo Montella (©Getty Images)

MILAN NEWS – Doveva essere il tecnico della svolta, e per un po’ lo è anche stato quando ha trascinato il Milan di nuovo in Europa dopo anni di astinenza, così come al trionfo della Supercoppa italiana.

Vincenzo Montella è detto l’aeroplanino non a caso: sa volare in alto, tra accelerazioni e traiettorie bellissime, per poi rischiare sempre di cadere in picchiata. Oggi, l’ex tecnico del Milan ha svuotato il sacco alla Gazzetta dello Sport tornando a parlare del suo esonero: “Ovvio che ci sia rimasto male. Era iniziato un progetto ed è stato interrotto in maniera poco giusta. Dove c’è un cambio di società e una rivoluzione di calciatori – noi avevamo più di 10 nuovi e di tante nazionalità – di cui solo uno con una storia da Champions (Bonucci, ndr). La società non ha avuto pazienza. Credo invece che avrei meritato un po’ di tempo in più. A volte si cercano alibi per motivare le proprie scarse prestazioni. Ai miei tempi, invece, la vivevo sempre come una sconfitta e quindi pensavo di dover fare qualcosa in più”.

I rapporti però con Gennaro Gattuso sono positivi, tra i due non c’è mai stato rancore vista la successione in panchina: “Avrei preso anche io quella opportunità. Prima del mio esonero mi diceva sempre: ‘Non dire che è una squadra forte perché non è così’. In effetti si erano create delle aspettative troppo alte, anche se la rosa non è sopravvalutata. È giovane, può crescere. L’obiettivo era la Champions e io ho cavalcato le aspettative. Certo, vederla fuori dalle Coppe è clamoroso. Non ne avevo mai avuto la sensazione, Penso che anche per l’Uefa sia stata una scelta dolorosa, perciò avranno avuto le loro motivazioni”.

Montella resta lucido e schietto e non nasconde di avere qualche rimpianto nella sua carriera da allenatore: “Io ho una placida follia, perciò non mi reputo particolarmente fortunato. Forse dovevo essere più folle nella comunicazione col Milan. Avrei dovuto farla diversamente, invece ho seguito la società. La Nazionale? Ero nella rosa dei prescelti nel 2016 e in quel momento mi dispiacque perché ci credevo, era un’aspirazione”.

 

Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it

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