Fragilità anche tattica: il Milan fatica a leggere le partite

Emiliano Rigoni Duvan Zapata
Emiliano Rigoni e Duvan Zapata festeggiano dopo il gol (©Getty Images)

NEWS MILAN – Un pareggio che sa di sconfitta. Il Milan, dopo aver annichilito l’Atalanta per l’intero primo tempo, non è riuscito a portare a casa tre punti importanti.

Leonardo ha strigliato la squadra chiedendo il cambio di mentalità. In effetti dopo tanti anni in caduta libera è difficile rialzarsi. Ma la società ha l’obbligo di farlo: perché lo ha promesso ai tifosi, ma anche per dare credibilità e continuità al progetto. Cinque punti in quattro partite sono troppo pochi e serve cambiare rotta. Ma cosa manca a questo Milan? Esperienza certo, ma la fragilità mentale non è l’unica chiave di lettura per spiegare il black out di ieri e quello delle gare precedenti.

News Milan, l’analisi delle prime quattro gare

Un film già visto quello contro gli orobici. Nei primi 45′ la squadra di Gennaro Gattuso ha dominato in lungo e in largo: ha creato tanto, ha fatto girare bene la palla e in fase difensiva non ha sbagliato nulla. Approccio perfetto. Ed è successo la stessa cosa anche a Napoli e contro la Roma. C’è anche altro però che accomuna queste tre partite, cioè le sostituzioni e i cambi tattici degli avversari. Il Milan gioca bene e senza sbavature quando prende le misure: se cambia qualcosa, però, la squadra si impaurisce e perde riferimenti e certezze.

Analizziamo partita dopo partita. San Paolo, NapoliMilan: il Diavolo domina per 50′ e si porta in vantaggio di due reti. Poi Carlo Ancelotti inserisce Dries Mertens e Amadou Diawara, passa dal 4-3-3 al 4-2-3-1, e inizia la rimonta che porta gli azzurri alla vittoria. San Siro, MilanRoma: rossoneri perfetti nel primo tempo, alla ripresa Eusebio Di Francesco inserisce Stephan El Shaarawy, cambia sistema di gioco e rientra in partita: segna l’1-1 e per poco non rischia addirittura di andare in vantaggio. I rossoneri vincono perché quest’anno c’è un fenomeno con la maglia numero 9. Finiamo con MilanAtalanta: ancora una volta, squadra perfetta nel primo tempo, poi Gian Piero Gasperini fa due cambi (Emiliano Rigoni e Duvan Zapata per Mario Pasalic e Musa Barrow) e ribalta la gara.

A Cagliari è successo il contrario: i rossoneri non si aspettano l’aggressività dei sardi e subiscono, fino a che non trovano il bandolo della matassa e iniziano a giocare, quando però è troppo tardi. Considerando quanto appena descritto, il Milan si può definire una squadra fragile sì mentalmente, ma anche dal punto di vista tattico: c’è l’incapacità da parte dei giocatori di leggere le partite. L’esperienza in questo senso è importante, ma non può essere l’unica e sola giustificazione. Le colpe sono anche di Gattuso, che noi di MilanLive.it abbiamo sempre difeso a spada tratta. Ma deve migliorare sotto questo aspetto e nelle sostituzioni: come anche in tante occasioni, anche ieri sera ha sbagliato scelte (inspiegabile l’ingresso di Tiemoué Bakayoko per Giacomo Bonaventura, fin lì uno dei migliori dei suoi).

Indiscutibile poi è il fatto che a questa squadra manca la mentalità vincente, quella che ti tiene in partita fino alla fine dei giochi. Mancano un po’ di grinta e un po’ di cuore in più, proprio quei due elementi di cui si è parlato tanto quando Rino è arrivato in panchina. Al contrario, invece, Gattuso ha trasmesso tanto calcio finora, un sistema di gioco e delle idee belle e precise, ma poco carattere. Paradossale, non è vero?

 

Redazione MilanLive.it

 

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