Milan, Paquetá fra il doppio ruolo e il monito di Gattuso

Lucas Paquetá
Lucas Paquetá (©Getty Images)

NEWS MILAN – Buona la prima per Lucas Paquetá, positivo il primissimo approccio in casa Milan. Almeno, non è stato accolto da star come accaduto altrove in delirante pomeriggio di agosto. Già questo, volendo, potrebbe essere un buon punto di partenza.

E’ successo invece come piace a lui. Soft, con i riflettori spenti e quasi nell’indifferenza generale. Eppure anche qui non mancano i paragoni scomodi e pesanti. Brasile, Milan e Leonardo: un puzzle che sembra comporre in automatico il volto sorridente e sereno di un atleta elegantissimo col pallone d’oro tra le mani. Invece no, questa volta non si tratta di Kaká. E’ stato il suo idolo da bambino, ma guai a confonderli. Partiamo proprio dal punto principale: simili per caratteri ma non per caratteristiche. Per quanto la convenzioni spingano per l’eterno accostamento, in realtà i due sono simili solo per personalità. Anche il talento carioca, proprio come l’ex idolo rossonero, non è il classico sudamericano trasgressivo ed rumoroso, ma un profilo serio, sobrio e con un enorme equilibrio interiore. Sposato, fortemente cattolico e professionista esemplare. E nonostante i soli 21anni, risalta già per una spiccata maturità che a oggi è la più grande garanzia di successo per questo maxi investimento rossonero.

Milan, ecco chi è Paquetá: ruolo e caratteristiche

In campo parliamo invece di un jolly di grande qualità, mancino di base ma capace di utilizzare anche l’altro piede. Nasce mezzala e trequartista, ma finisce con l’occupare ogni ruolo dalla metà campo in avanti. Quindi anche regista all’occorrenza o addirittura falso 9 nel tridente. La verità è che la sua reale zona di competenza è proprio da interno di centrocampo o a ridosso della prima punta: nel Milan, può degnamente sostituire il rimpianto Giacomo Bonaventuraspodestare Hakan Calhanoglu nel tridente offensivo o affiancare Gonzalo Higuain nell’attacco a due come non ci è mai riuscito perfettamente Samuel Castillejo. I goal del suo repertorio mostrano due elementi chiave: la balistica e la capacità di inserimento. Oltre alla capacità dai calci piazzati e le conclusioni dalla distanza, ha mostrato anche una certa attitudine nei colpi di testa con i suoi 180 centimetri. Rispetto a Ricardo Izecson dos Santos Leite – sempre e solo per sottolinearne le differente tecniche – invece non ha propriamente il passo da ala: ne è anche capace come del resto ha già fatto in passato, ma appunto interpreterebbe il ruolo come fa Calhanoglu e non da ala o tornante vero. Paquetá è un centrocampista tendenzialmente più statico e qualitativo, Ricky più dinamico, esplosivo e velocista.

Ma basta paragoni adesso, un monito lanciato anche da Gennaro Gattuso di recente: “Ha 21 anni, ha grande qualità e non pensate che arrivi qui facendoci vincere subito le partite. Va aspettato, è giovane e viene da un altro campionato. Non cominciate a fare titoli e massacrarlo poi appena sbaglia”. Ma l’ammissione, tuttavia, non può mancare: “Mi ha impressionato. E’ uno dei primi cinque di sempre nei test di Milan Lab. Abbina tecnica e forza fisica”. Guidare da subito un Diavolo ferito di certo n, ma diventare il nuovo faro della mediana rossonera questo sì. Può farlo. Perché con i gravi infortuni a centrocampo, toccherà a lui alzare il tasso tecnico in un reparto al momento più che altro roccioso e difensivista. Un quid qualitativo che farà tutti felici, in primis quel Gonzalo Higuain in piena difficoltà. Via il conto alla rovescia quindi, per Capodanno e non solo. Da Rio de Janeiro con furore, salutando Parigi dall’oblò.

 

Pasquale Cacciola – Redazione MilanLive.it

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