Berlusconi: “Cessione Milan pulita, nessun rientro di capitali esteri”

Silvio Berlusconi AC Milan
Silvio Berlusconi (©Getty Images)

NEWS MILAN – Sono passati meno di due anni dall’addio di Silvio Berlusconi al club rossonero, ceduto nell’aprile 2017 a Yonghong Li e poi passato nelle mani di Elliott nel luglio 2018. Il Milan ha vissuto momenti difficili, ma sembra aver finalmente ritrovato stabilità e prospettive per il futuro.

In serata l’attuale proprietario del Monza è intervenuto su Rete 4 alla trasmissione Stasera Italia ed è tornato a parlare della cessione del Diavolo alla misteriosa proprietà cinese: «Ancora escono storie riguardanti presunti soldi all’estero delle mie società e che con la vendita del Milan io abbia fatto rientrare capitali. Le mie aziende non hanno mai avuto denaro all’estero. La cessione del Milan è stata di una pulizia totale».

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L’ex patron rossonero ha più volte negato che vi sia stata qualche manovra di Fininvest dietro la compravendita del Milan. E non è emersa alcuna prova concreta che possa far pensare diversamente. In ogni caso, in molti hanno avuto sospetti sulla figura di Yonghong Li e sula vecchia proprietà. Curioso anche che siano scomparsi nel nulla l’ex presidente cinese che il suo braccio destro David Han Li, dopo la perdita della società a favore di Elliott. La cosa importante è che i tifosi siano tornati a poter sognare, senza preoccuparsi più della stabilità finanziaria del Diavolo.

A Berlusconi è stato anche domandato se il Milan gli manchi e lui ha risposto spiegando anche i propri progetti inerenti il nuovo club: «Un po’ sì, però adesso abbiamo il Monza che io e Galliani vogliamo fare una squadra modello. Tutta con giocatori italiani, tutti giovani, ben pettinati, senza barba, senza tatuaggi, senza orecchini, che chiedano scusa all’avversario in caso di fallo, che non protestino con gli arbitri e che facciano autografi leggibili ai ragazzi. Una reazione alle altre squadre piene di giocatori stranieri, dai nomi impronunciabili e che non sono gli esempi che dovrebbero essere per i ragazzi».

 

Matteo Bellan

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