Ancelotti: “Mi volevano CT dell’Italia. Al Napoli per tanto tempo”

Carlo Ancelotti
Carlo Ancelotti (©Getty Images)

NEWS MILAN – Sentire parlare Carlo Ancelotti è sempre qualcosa di positivo per chiunque ascolti e qualunque sia l’argomento trattato. Ieri l’allenatore è stato ospite dell’Università Luiss di Roma.

Tra i tanti argomenti trattati, avevamo già riportato le parole di Ancelotti sulla finale di Istanbul 2005. Uno dei suoi maestri più importanti è stato il grande e indimenticato Nils Liedholm: “Liedholm è stato un maestro molto importante nella mia formazione come calciatore e, soprattutto a distanza di tempo, nella gestione del modo di relazionarsi con gli altri. È stata per me una persona di grande riferimento. Mi è sempre piaciuto il suo modo di comunicare con gli altri, di aver un rapporto con le altre persone, e credo che da quel punto di vista, della comunicazione, è stato un grande. Non dico che ho imparato da lui, diventa di fondamentale importanza il carattere hai e il carattere te lo formi con l’esperienza che hai vissuto e con gli esempi che hai seguito da giovane. Dicono tutti che sono un tipo molto tranquillo, posato, calmo, ma tante volte diventa un limite nel lavoro che facciamo. Tante volte ti chiedono tutto il contrario…”.

Continua la sua dissertazione…: “Quando le cose non vanno bene ti dicono che sei troppo buono, troppo tranquillo, ti chiedono di usare la frusta con i giocatori. Io non posso essere diverso. Tutto il percorso della mia crescita è legato a persone con questo tipo di carattere. Mio padre era sereno, calmo, tranquillo. Il mio maestro non ha mai usato la frusta, Liedholm era calmo sereno tranquillo. Se mi chiedi di fare altro, non sarei credibile. E la credibilità in qualsiasi tipo di rapporto è fondamentale per costruire un rapporto positivo. Non sono capace di usare la frusta”. 

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Sulle pressioni avute nel corso della sua carriera da allenatore e soprattutto sulla possibilità di restare sulla panchina del Napoli a lungo, più di quanto fatto nel Milan: “La maniera di allenare non cambia. Sia che sia il Real Madrid o una squadra di terza divisione. Il lavoro è sempre quello, relazionarsi con le persone, la metodologia di lavoro, motivare quelli che lavorano con te. Quello che cambia è il contorno, riferito agli obiettivi che ha il club e la pressione. A livello di pressione il Real Madrid è il numero uno per distacco. L’esperienza più bella? Non saprei. Sono state tutte belle, indimenticabili. La classifica è legata al periodo di permanenza Al Milan sono stati otto anni. Adesso voglio battere questo record col Napoli. Mi sono fatto un autoassist”. 

Sulla possibilità di allenare la Nazionale italiana: “Ho avuto un contatto, tra l’altro era proprio di questo periodo l’anno scorso. Ebbi un colloquio con i dirigenti ma la mia volontà era di allenare tutti i giorni. Quello che mi piace fare è stare sul campo tutti i giorni. Avevo espresso il mio desiderio e la mia volontà. Tant’è che il giorno dopo ho incontrato i dirigenti del Napoli e abbiamo trovato velocemente l’accordo”. 

Infine sul calcio femminile in Italia: “Siamo indietro. Vado spesso in Canada, l’ultimo Mondiale femminile si è svolto lì, c’è stata partecipazione incredibile della gente, lì ci sono molti tesserati. In Italia abbiamo fatto passi in avanti, il campionato è sempre più interessante anche grazie alla televisione. Si migliorerà ulteriormente, anche se la differenza con altri Stati è a livello culturale, altrove sono molto più avvantaggiati”. 

 

Giacomo Giuffrida – Redazione MilanLive.it

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