Tifosi, i primi a crederci dovete essere voi

curva Sud Milan San Siro
Curva Sud Milan (©Getty Images)

Soltanto un mese fa sui social spopolava la canzone “Chiedete scusa a Gattuso”. Adesso tutti vogliono la sua testa. Perché il tifoso medio è così: dimentica in fretta, troppo in fretta.

Il Milan non vince da tre partite: due sconfitte contro Inter e Sampdoria, pareggio contro l’Udinese. Uno stop mentale e anche fisico. Che mette in discussione la qualificazione in Champions League, dopo tanti match point falliti. Per fortuna la Spal ha tenuto lontana la Lazio, ma l’Atalanta è lì: ha stravolto il Bologna nel posticipo della 30° giornata ed è a meno uno. Per condizione fisica e libertà mentale, la squadra bergamasca appare la vera grande minaccia dei rossoneri. Le due romane non danno garanzie, anche se i biancocelesti hanno una partita in meno e lo scontro diretto con il ‘Diavolo’ a San Siro. Insomma, è ancora tutto aperto.

Ma stando a quanto si legge sui social, il Milan non ha nessuna possibilità. “Siamo condannati ad un’altra stagione fallimentare“, dicono i tifosi. Dimenticano però che ci sono ancora otto partite da giocare e la squadra rossonera ha il destino nelle proprie mani. La sfida contro la Juventus di domani è l’occasione giusta per reagire, per dare un segnale chiaro. Le assenze per infortunio sono pesanti, ma è nei momenti di difficoltà che il Milan è riuscito a dare sempre il meglio di sé.

Ma può farlo soltanto con l’apporto dei propri tifosi. Che oggi, fra fischi e polemiche, non fanno altro che complicare ancor di più la situazione. Il Milan non sente la musichetta della Champions League da sei anni ormai e non è mai stato così vicino alla qualificazione. Tutto questo è merito di Gattuso e della squadra, che non è superiore – e né inferiore – alle altre contendenti. E’ una corsa aperta ed equilibrata, e i rossoneri sono lì, a guidare il gruppone.

I tifosi dovrebbero essere i primi a credere in questo “scudetto”. Perché in effetti, come dice Gattuso, per una squadra come il Milan il quarto posto, ad oggi, vale come il titolo. Perché non è più il Milan di Arrigo Sacchi, Marco van Basten e Ruud Gullit, né quello di Carlo Ancelotti, Shevchenko e Kakà. E’ un Milan nuovo, diverso, ridimensionato ma con tanta voglia di diventare grande. Sosteniamolo. E se dovesse andare male, sosteniamolo ancora. Siamo certi che i vecchi casciavìt farebbero così

 

Redazione MilanLive.it

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