Milan senza coraggio: la fase offensiva è deprimente

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NEWS MILAN – Nella settimana in cui l’Ajax domina la Juventus con il gioco e Manchester City e Tottenham danno lezioni di calcio, vedere un Milan così abulico e impaurito è davvero difficile da accettare.

Inutile girarci intorno: questo squadra non ha coraggio. Nemmeno contro il Parma, una neopromossa che lotta per non retrocedere. Una squadra, con tutto il rispetto, decisamente inferiore ai rossoneri, per qualità tecniche e per monte ingaggi. Scendere in campo al Tardini con la paura addosso è un qualcosa di inaccettabile, per tanti motivi. Se il Milan vuole crescere e tornare ad alti livelli, deve per forza di cose cambiare mentalità. Inesperienza e “inferiorità tecniche” non sono un alibi. L’Ajax insegna.

Senza gioco né idee

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso (©Getty Images)

I rossoneri non hanno un’idea di gioco precisa. Noi di MilanLive.it abbiamo sempre sostenuto Gattuso, in ogni modo. Soprattutto nei momenti di difficoltà, quando tutti lo volevano lontano da Milanello. Quella fetta di tifosi si è allargata, ma noi restiamo nella nostra posizione. Rino è l’allenatore del Milan e finora ha dimostrato di essersi guadagnato questo posto. Ma è chiaro che la sua squadra ha dei problemi strutturali evidenti. In particolar modo, l’aspetto più grave riguarda la fase offensiva di questo Milan: arrivati sulla trequarti, c’è una totale assenza di idee, trame e movimenti sincronizzati. Si improvvisa, sempre. E ci si aggrappa a Krzysztof Piatek, che ha dimostrato di saperla mettere in porta in qualsiasi modo e in qualsiasi situazione. Ma non è Cristiano Ronaldo, né Lionel Messi. Pure lui può avere delle difficoltà e ha bisogno del supporto di tutti. Se non ci sono invenzioni di Suso o Calhanoglu, la manovra offensiva dei rossoneri si riduce ad un senso di piattezza preoccupante. Lo dimostra anche la partita di Parma: il gol di Samu Castillejo è completamente casuale, nato da una buona giocata di Suso e da un colpo di testa fortuito dell’ex Villarreal.

Suso-Calhanoglu, che delusione

Suso Calhanoglu
Jesus Suso e Hakan Calhanoglu (foto acmilan.com)

Il problema è che Suso e Calhanoglu non vivono una stagione particolarmente esaltante. Lo spagnolo è tornato fare assist dopo sei mesi: l’ultima volta in Udinese-Milan per la rete di Alessio Romagnoli nel finale. Poi il nulla. Discorso diverso per il turco: i tifosi lo hanno preso di mira fin dall’ultima partita e spesso lo hanno ricoperto di fischi a San Siro. In effetti da uno com lui ci si aspettavano grandi cose. Invece in questi due anni ha dimostrato di essere un giocatore normale. Insostituibile però per Gattuso e il motivo è chiaro. Calhanoglu ha un grande spirito di sacrificio: in campo lavora per due, che faccia la mezzala o l’esterno d’attacco. Corre tanto ed è l’unico a dare un minimo di qualità alla manovra. Ma nelle scelte è poco lucido e i compagni non lo aiutano. Come già detto, in attacco il Milan si muove poco e male. E questo per un giocatore come l’ex Bayer Leverkusen è un problema. Detto questo, è chiaro che ha deluso le aspettative di tutti. Il suo futuro in rossonero, così come quello di Suso, dipende molto da queste ultime partite. E dipende anche da chi sarà il prossimo allenatore…

Attacco Milan, numeri pessimi

Patrick Cutrone Milan
Patrick Cutrone (©Getty Images)

I numeri dell’attacco del Milan parlano chiaro: la squadra rossonera ha segnato 47 gol. Escluso il Torino, fermo a 42, insieme alla Lazio è il peggior dato di tutte le squadre in lotta per la Champions League. La Roma è a 58, l’Atalanta addirittura 64 (meglio soltanto la Juventus) e Inter 51. E senza l’arrivo di Piatek a gennaio, probabilmente la statistica sarebbe ancor più deprimente per la squadra rossonera. Ma in realtà senza il polacco difficilmente il Milan sarebbe ancora in lotta per il quarto posto, visto che molte partite le ha risolte lui dal nulla. Tolte le squadre in lotta per un posto nella grande Europa, anche l’attacco della Sampdoria ha fatto meglio. Sassuolo e Fiorentina, entrambe fuori dalla lotta per l’Europa League e in una situazione di classifica stazionaria, hanno segnato lo stesso numero di reti. Con questi numeri il ‘Diavolo’ resta comunque in lotta per raggiungere il proprio obiettivo (in un altro campionato sarebbe fuori dalla corsa già da diverso tempo). Speriamo di arrivarci, ma dal prossimo anno qualcosa dovrà cambiare. Non negli uomini, ma nel modo di interpretare la fase offensiva, ad oggi il vero punto debole di questa squadra.

 

Redazione MilanLive.it

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