Gattuso: “Nel mio Milan c’era rispetto delle regole”

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso (©Getty Images)

NEWS MILAN – Alla presentazione del libro di Alberto Costa c’è anche Gennaro Gattuso. Il tecnico del Milan ha avuto modo di esprimere un suo parere in merito alla differenza fra i suoi tempi e quelli attuali.

Quello di Rino sembra molto uno sfogo. E il riferimento è sicuramente anche ai suoi calciatori: “Quando giocavo io nel Milan c’era il rispetto delle regole, ora… Oggi è un’epoca diversa. Non scordiamo che le cose sono cambiate, un allenatore deve trovare ragazzi disposti a fare sacrifici. Oggi devi stare attento a dire qualcosa ai ragazzi, se gli dici qualcosa poi iniziano a lamentarsi, cercano alibi: le cose sono cambiate, ora ognuno pensa al suo orticello, a fare le cose come è abituato a fare“.

Gattuso insiste sul concetto del rispetto per le regole: “La salvezza del Milan in questi anni è stata il rispetto delle regole, in pochi anni è dovuto intervenire Galliani. Eravamo noi ad andare in sede per farlo intervenire, rispettavamo la storia: oggi si fa più fatica. La mentalità dei giocatori è cambiata, oggi devi stare attento, prima dovevi stare zitto. Il primo giorno a Milanello mi feci la barba, lasciai due peli nel lavandino… Presi due schiaffi in testa da Costacurta, capivi subito la mentalità”.

Gattuso: “Maldini il più forte al mondo”

Infine racconta di aver fatto fatica negli ultimi anni di Milan a rimanere. C’era qualcosa di diverso che non gli andava tanto giù: “Galliani mi voleva convincere a restare, da giocatore, ma non mi sentivo più a mio agio, non parlavo più la stessa lingua. A tanti non piaceva quello che io, Abbiati e Ambrosini dicevamo“.

Ripercorrendo la sua esperienza anche da calciatore, Rino ha ricordato la epica rissa fra Zlatan Ibrahimovic e Onyewu: “Ci eravamo spostati su un campo diverso dal solito, c’era gente e loro due si sono presi. Pesavano cento chili l’uno, ho visto degli schiaffi che mi avrebbero ammazzato… Da eroe sono andato comunque lì a dividerli, ho preso anche qualche calcio. Sono stati mezz’ora, si sono sfogati. Ad Ibra passava subito, non portava rancore“.

Ecco la sua ricetta per diventare campioni e prende Paolo Maldini come riferimento: “Bisogna essere coerenti, anche fuori dal campo. Il talento non basta. Chi non salta mai l’allenamento, chi è sempre puntuale, questi sono campioni. Per questo dico che Maldini è stato il più forte al mondo, perché era sempre sul pezzo. Avrebbe potuto vivere di rendita e invece non ha mai mollato niente. Il segreto di quel gruppo storico è stato questo, se c’era una regola veniva rispettata alla lettera“.

 

Redazione MilanLive.it

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