PIÙ ROSSO CHE NERO – Piatek e le pistole con il “silenziatore”

Prestazione tutt’altro che esaltante ieri contro l’Hellas Verona, ma teniamoci stretto il ritorno al gol di Krzysztof Piatek, freddo nel rigore. La nostra analisi. 

Krzysztof Piatek Verona-Milan
Krzysztof Piatek esulta in Verona-Milan (©Getty Images)

Non ci sono molti motivi di cui andar fieri della prestazione del Milan ieri contro l’Hellas Verona. Ma è un periodo nel quale bisogna prender per buono ogni minima cosa. E sinceramente il ritorno al gol di Krzysztof Piatek non poi così tanto minima.

Per l’attaccante polacco era fondamentalmente un blocco psicologico da risolvere, da mettere finalmente da parte per sgombrare la testa da futili maledizioni, pensare positivamente e preparare al meglio i prossimi impegni. Che sia stato una crisi più psicologica che altro, lo si è notato in via definitiva proprio ieri nel momento dell’esultanza. Zittire tutti invitandoli a “fare silenzio” è un gesto abbastanza chiaro su quelli che sono stati i pensieri del giocatore in queste settimane.

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Piatek e il gol ritrovato

La partita del Bentegodi è stata fortemente condizionata dall’espulsione di Stepinski dopo neanche metà primo tempo. Anche se era ben chiara l’intenzione dell’Hellas di aggredire oltre i limiti della regolarità e provare ad intimorire i rossoneri.

L’inferiorità numerica li ha costretti oltremodo ad abbassare il baricentro e chiudere con ancora più veemenza gli spazi. Situazione che non ha aiutato il Milan, nonostante affrontassero una squadra in 10.

Davanti a questa pseudo-facilità il Milan soffre palesemente la mancanza di personalità all’interno della sua rosa. Fortunatamente il caso ha portato al calcio di rigore, anche se va elogiata l’intraprendenza di Hakan Calhanoglu andato al tiro.

Poi dal dischetto è andato proprio Krzysztof Piatek, rigorista designato da Giampaolo qualche settimana che ha ribadito: “Il rigorista è l’attaccante, per sua natura”. E quindi tolto ogni impiccio potenziale con Franck Kessie.

Piatek è andato sul dischetto senza grossi patemi, con l’intenzione unica di mettere il pallone alle spalle del portiere. La palla pesava parecchio, le responsabilità erano tante. Avevo anche il peso tutto personale di tornare a sbloccarsi dopo tante, troppe partite.

Destro a incrociare, forte e preciso. Palla in rete. 0-1 ed esultanza con i compagni, e quel gesto di fare silenzio davanti la telecamera che non poteva passare inosservato. Freddo e lucido nel realizzare la rete: cosa non banale per un 9 rossonero, visto che l’ultimo (Higuain) ne aveva sbagliato uno parecchio pesante la scorsa stagione.

Prestazione del polacco comunque positiva, si sta adattando al ruolo di centravanti condiviso con Suso. Fatica ancora a trovarsi la posizione, soprattutto in area. E nella ripresa ha giocato più in zona centrale che leggermente decentrato sulla sinistra. C’è da lavorare, e tanto. Lo si sapeva. E bisogna avere pazienza.

E adesso, caro Piatek, non resta che tornare al gol su azione (ieri gli è stato annullato dal VAR per carica al portiere). Il derby di sabato prossimo ti aspetta.

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