Pioli bravo nel subentrare, ma ha un difetto: il dato

Milan, spunta un dato significativo su Stefano Pioli. Come evidenzia Tuttosport oggi in edicola, il tecnico è bravo nel subentrare ma poi spesso mostra un grande difetto… 

Stefano Pioli
Stefano Pioli (Foto AC Milan)

Milan, è Stefano Pioli l’uomo della speranza e della salvezza. E’ lui prescelto per evitare l’ennesimo naufragio e recuperare una nave prima che affondasse definitivamente.

Ma come evidenzia Tuttosport oggi in edicola, il tecnico emiliano è bravo nel subentrare ma ha difficoltà a tenere alla distanza. Nel 2011 fu esonerato a Palermo da Maurizio Zamparini ancor prima che la stagione iniziasse, a causa dell’eliminazione del preliminare di Europa League contro gli svizzero del Thin.

Le esperienze di Pioli: ecco il suo difetto

Trasferitosi a Bologna, brillò da subito e il suo ex presidente se ne pentì presto: “Ho sbagliato ad esonerarlo, mi sto ancora mangiando l cappello”. Subentrato a Pierpaolo Bisoli, chiuse quella stagione al 9° posto, centrando il miglior risultato rossoblù negli ultimi dieci anni. Poi la discesa: prima arrivò tredicesimo nella stagione successiva, poi fu mandato via a gennaio nell’altra ancora poiché in piena zona retrocessione.

Alla Lazio il primo anno fu un successo: terzo posto, otto vittorie consecutive e finale di Coppa Italia persa soltanto ai supplementari con la Juventus. Poi il crollo nell’anno successivo: fuori ai preliminari di Coppa Italia, una classifica incolore e l’addio a metà campionato con l’ingresso di Simone Inzaghi dalla Primavera.

Nel 2016 prese il posto di Frank De Boer all’Inter, e nelle prime 13 partite infila 33 punti su 39. Ma all’improvviso il blackout più totale: un punto in un mese e due in sette giornate. La dirigenza non ha scelta: nuovo esonero in curriculum.

Nel 2017 viene scelto per la Fiorentina, l’avvio è da Europa League ma cede sul finale: ottavo posto. E’ l’anno della tragedia di Davide Astori, ed è doveroso sottolineare come il tecnico, con le sue qualità umane, fu comunque straordinario nel traghettare il gruppo fino a fine campionato nel pieno del trauma vissuto. L’anno dopo però, misteriosamente, la squadra non gira più e segue un altro licenziamento, con Vincenzo Montella al suo posto.

Come quindi evidenzia il quotidiano, è la continuità che gli manca. L’approccio è anche eccellente, ma fatica nel tenere il passo successivamente, che sia nella stessa stagione o nell’annata successiva. Il Milan però non guarda troppo oltre: obiettivo Europa adesso, poi si vedrà.

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