San Siro, metà quartiere si oppone al nuovo stadio: i motivi

Nuovo San Siro, non è stata positiva la prima riunione tra Milan, Inter e cittadini. Quest’ultimi, infatti, si oppongono all’edificazione di un nuovo stadio. Ecco perché. 

Nuovo stadio San Siro, progetto Populous
Nuovo stadio San Siro, progetto Populous (Foto CorSport)

Il nuovo San Siro divide il quartiere. Come infatti riferisce La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, la zona è perfettamente spaccata tra chi abbraccia l’ipotesi di un nuovo stadio e chi invece spinge per la non demolizione del Meazza.

Eppure sarebbe “un distretto intrattenimento che cambierà l’intera zona”, come assicurano i club. E infatti c’è alla base un piano da 1.2 miliardi di euro, con un nuovo impianto da 65 mila posti e un’ampia zona verde e di svago circostante al nuovo tempio calcistico.

Tutt’altra cosa rispetto all’attuale “landa desolata” attuale, come l’ha definita il presidente Paolo Scaroni. Ma il primo incontro avvenuto con i cittadini la scorsa settimana – rivela la GdS – in realtà non è stato molto positivo per le due società. Mentre la parte più ricca appoggia, l’altra è decisamente più cauta e guardinga.

Nuovo San Siro, le preoccupazione dei residenti

A dare voce ai cittadini è stata Stefania Bertotti, promotrice del comitato per la riqualificazione di San Siro: “Non è vero che siamo tutti contro il progetto. Noi non siamo per il sì incondizionato, però crediamo che ci sia una grossa opportunità per San Siro. Non va bene fare lo stadio a 30 metri dalle case ma bloccare sul nascere il progetto è sbagliato. L’abbattimento del Meazza? Sono legata allo stadio ma se non c’è alternativa va accettata. Certe cose non si possono fermare”.

A spiegare la preoccupazione collettiva è anche Marco Bestetti di Forza Italia, presidente del Municipio 7 e organizzatore dell’assemblea pubblica con Milan e Inter: “La gente del quartiere resta preoccupata. Qui temono la vicinanza dello stadio alle case, i volumi di cemento, l’addio al Meazza. Noi crediamo che sia necessaria una valutazione di un terzo sul progetto e servirebbe anche un vero referendum. La riqualificazione di cui parlano i club, poi, non riguarderebbe le case popolari, che rimarrebbero nelle condizioni disastrose di oggi”. 

In effetti San Siro è quasi una perfetta linea divisoria tra i due volti della zona: a destra c’è la zona residenziale, viva, con anche gli attici con piscina dei calciatori; a sinistra ci sono le case popolari occupate, con un alto tasso di criminalità, strutture che cadono a pezzi e una giungla di parabole tv. Il Comune dovrebbe in ogni caso pronunciarsi entro fine mese, e il sì – rivela la rosea – potrebbe dipendere anche dalla nomina di un advisor terzo che valuti tutto il progetto.

Milan, cercasi il vero Piatek: Pioli dovrà ridargli un’identità

Impostazioni privacy