Abbiati: “Fossi andato via nel 2008, il Milan avrebbe preso Lloris”

Christian Abbiati ha raccontato la sua esperienza al Milan ricordando anche un retroscena dei calciomercato riguardante Hugo Lloris, oggi portiere del Tottenham e della Francia.

Christian Abbiati Milan
Christian Abbiati (©Getty Images)

Christian Abbiati è approdato al Milan nell’estate 1998 e ha subito vinto uno Scudetto da inatteso protagonista. Nel corso della sua militanza in rossonero ha alzato diversi trofei, anche se nel mezzo ci sono state anche esperienze in prestito altrove.

Intervistato da Derbyderbyderby.it, l’ex portiere ha ricordato il suo arrivo dal Monza e quella prima annata sorprendente: “Ero il terzo portiere del Milan dietro Lehmann e Sebastiano Rossi. Quando è iniziata la stagione pensavo solo a migliorare che poi avrei fatto altre esperienze altrove, non pensavo certo di giocarmela e di avere delle occasioni. Mai avrei pensato di poter essere il portiere dello Scudetto. E invece andò proprio così”.

Abbiati ha ricordato che nell’estate 2008 il Milan avrebbe potuto prendere Hugo Lloris, estremo difensore che aveva fatto bene al Nizza e che poi approdò al Lione, prima di trasferirsi al Tottenham: ”Avevo fatto una grandissima stagione all’Atletico Madrid, ero carico ed ero convinto di potermi riprendere il Milan. Avevo iniziato a parlare con il presidente Zamparini per andare al Palermo, se fossi andato il Milan avrebbe preso Lloris dal Nizza, ma mi sentivo troppo sicuro quella volta, ringraziai Zamparini e rimasi al Milan. Ancelotti disse che io, Dida e Kalac saremmo partiti alla pari. Dida era all’ultimo anno, Kalac prese 5 gol dal Chelsea in amichevole, io vinsi il trofeo TIM a Torino contro Juventus e Inter e tornai titolare. Poi nel marzo 2009 mi ruppi il crociato a Siena e rosicai tantissimo perché stavo andando bene. Sono tornato 1 anno dopo, prima con Leonardo parando un rigore a Bari in una gara dura e poi con Allegri”.

Le ultime stagioni al Milan, compresa quella da team manager, sono state complicate e spiega il motivo: “Negli ultimi anni da portiere e da dirigente ho sofferto tantissimo, perché non vedevo più il mio Milan, perchè vedevo che le nuove generazioni di calciatori sono diverse dalla nostra. Anche per questo ho smesso di fare il dirigente”.

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