Serginho: “Dai rigori ai festeggiamenti, tutto sulla Champions 2003”

Serginho ha ricordato la finale di Champions League 2003 vinta dal Milan contro la Juventus a Manchester. Ha svelato anche alcuni retroscena interessanti.

Milan Champions 2003
Milan campione d’Europa 2003 (©Getty Images)

Oggi Serginho è intervenuto sul profilo ufficiale Facebook del Milan assieme a Nelson Dida per parlare della storica finale di Champions League vinta nel 2003. Il trionfo di Manchester contro la Juventus è rimasta nei ricordi di tutti i tifosi rossoneri.

L’ex laterale mancino ha raccontato il pre-partita di quell’appuntamento così importante e sentito: «Fu strano. La squadra era già preparata, aveva una concentrazione grande per la finale e per l’obiettivo. Non serviva fare più niente. Per tutto l’anno abbiamo avuto la mentalità per arrivare a quella finale. Mister Ancelotti fu molto preciso nelle cose che doveva dire, una delle riunioni tecniche più veloci che ricordo. In quelle situazioni è meglio avere meno tensioni possibili. Noi brasiliani siamo più tranquilli, vediamo una finale come una partita di calcio. In tutte le finali la tensione è grande, ma è sempre una partita. Vero che ci sono delle responsabilità in più, però quando vai in campo rimane una partita. Vince chi ha meno tensione. Il Milan era preparato, aveva grandi campioni pronti a raggiungere l’obiettivo. Abbiamo sofferto poca pressione».

Serginho ha spiegato quale fu l’atteggiamento di Paolo Maldini in vista del big match contro la Juventus: «Si vedeva che era più attento dentro lo spogliatoio e nel campo. Aveva una tensione in più. È sempre stato un leader silenzioso, parlava poco. Ma in quella settimana prima della finale si vedeva che aveva il desiderio di continuare la storia della famiglia Maldini dentro la società. Quando ha alzato la coppa ha lasciato andare tutte le emozioni e le tensioni che aveva dentro».

Il brasiliano è entrato al 71′ della finale di Manchester, sostituendo Andrea Pirlo che era uno dei sicuri rigoristi: «Io stavo molto bene. Durante la settimana ci eravamo allenati ai rigori. Quando sono entrato il cambio fu curioso, visto che Pirlo che era più centrocampista rispetto a me. Io comunque ero molto sicuro quando ho calciato, sapevo dove tirare ed è andato tutto bene. Il mister a Milanello aveva già in mente i 7-8 nomi. Io dovevo essere il primo, mi aveva già parlato di questo. Lui aveva già in mente i 5 che erano in campo più in cambi. Qualcuno non se l’è sentita».

Serginho racconta gli attimi prima di calciare dal dischetto, quando poi è riuscito a spiazzare Gianluigi Buffon: «Io sono sempre stato rigorista e preferivo calciare a destra del portiere, perché mi sentivo più allenato e preparato a calciare lì. Non è una decisione presa nei 30-40 metri di camminata prima di arrivare sul dischetto. Avevo già in mente prima che dovevo calciare là. Calciare il primo rigore è una grande responsabilità, perché puoi dare tranquillità ai compagni che vengono dopo. A me Dida ha dato tranquillità quando ha parato il penalty precedente, ma c’era una tensione molto grande».

Lui e i compagni erano a centrocampo abbracciati quando qualcuno calciava, c’era tensione ma anche sicurezza di potercela fare: «Non ci è mai passata per la mente l’idea che avremmo perso quella coppa. Eravamo molto tranquilli. Meritavamo quella vittoria per quanto fatto quell’anno».

Serginho ritiene il trionfo nella Champions League 2003 l’emozione più grande della carriera: «Sicuramente è stata l’emozione più grande. C’è stata tutta una storia per arrivare a quella finale. La partita con l’Ajax, la semifinale con l’Inter e la finale con la Juventus. È stato un fiume perfetto con un epilogo storico. Lavorare così tanto per vincere dopo tanti anni nei quali il Milan non vinceva una Champions è stata una delle emozioni più belle con la maglia del Milan».

Il brasiliano ha ricordato anche i festeggiamenti dopo la vittoria contro la Juve: «Dopo la partita siamo rimasti oltre due ore a festeggiare. Poi siamo usciti con tutti i giornalisti che ci aspettavano. Pirlo e Gattuso alle 4 di notte giravano su un campo da golf. Rino con cappello e maglia del Milan, giocavano a calcio nel campo da golf. Domenica avremmo poi dovuto giocare. Eravamo in un momento pazzo. Siamo rimasti svegli tutta la notte, non riuscivamo a capire l’obiettivo che avevamo raggiunto. Una serata magica veramente».

Serginho ha concluso così il suo intervento: «Quando arrivi a Milano e vedi l’emozione dei tifosi quando siamo andati in giro per la città col pullman ci siamo resi conto di cosa avevamo fatto e la felicità che siamo riusciti a trasmettere. Vedere il loro entusiasmo è stato più bello che tirare il rigore nella finale».

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