Pato: “Milan, vi racconto lo scudetto 2010-11” 

Milan, Alexandre Pato ricorda l’ultimissimo scudetto rossonero. Intervistato dai canali ufficiali del club, il brasiliano rammenta quell’entusiasmante cavalcata nella stagione 2010/11. 

cosa poteva diventare Alexandre Pato
Alexandre Pato (©Getty Images)

Alexandre Pato ricorda lo scudetto del 2011, l’ultimo grande successo del Milan prima del declino e del ridimensionamento finale. Il brasiliano, in rossonero dal 2008 al 2013, ne ha parlato nel corso di un’intervista rilasciata al sito ufficiale del club.

In panchina c’era Massimiliano Allegri, ovvero la vera chiave del successo secondo l’attaccante: “Il mister ci faceva fare allenamenti tosti, non ci lasciava respirare e ci chiedeva sempre di più. Noi lo seguivamo e anche la società lo sosteneva in tutto e per tutto. Quell’anno siamo riusciti a vincere perché avevamo lo stesso obiettivo. Allegri portò la voglia di vincere in quel Milan”. 

La svolta stagionale, racconta il sudamericano, è avvenuta nel derby. Era il momento più delicato in assoluto, perché il Diavolo arrivava da una brutta sconfitta a Palermo e l’Inter si riavvicinò minacciosamente a -2. Una sconfitta, dunque, avrebbe portato al sorpasso dei cugini. “Dovevamo vincere per forza quella partita, altrimenti non potevamo uscire di casa”, dice il 30enne ridendo.

Ma la verità è che da lì, poi, è arrivato lo sprint rossonero: “Ci allenammo duramente in quella settimana per dimenticare la sconfitta da cui arrivavamo. Per il derby ero carico, e dopo un po’ mi arriva la palla tra i piedi e faccio goal. Già da lì ho capito che la partita sarebbe stata nostra”. Ed effettivamente è poi finita 3-0, col Milan che ha ripreso fiato in vetta.

Un successo indelebile per il talento verdeoro: “Questo scudetto fa parte della mia pelle. Arrivai al Milan che avevo solo 17 anni e all’epoca c’erano idoli come Ronaldo e Ancelotti. Poi nel 2011 è arrivato l’anno della vittoria con una squadra fantastica. Vorrei che il Milan tornasse a vincere uno scudetto il prima possibile, glielo auguro di cuore…”. 

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