Pioli, pro e contro nella gestione del suo Milan

La Gazzetta ha fatto una sorta di bilancio dell’esperienza di Stefano Pioli sulla panchina rossonera da ottobre ad oggi.

pro e contro Pioli
Stefano Pioli e Ismael Bennacer (©Getty Images)

Un girone fa il Milan decideva di affidarsi a Stefano Pioli. E’ passata una vita: era ottobre 2019, i rossoneri in crisi impattavano 2-2 in casa con il Lecce.

Dopo diversi mesi è tempo di bilancio per mister Pioli. Oggi la Gazzetta dello Sport ha parlato dei pro e dei contro del suo lavoro in rossonero, pregi e difetti visti dalle parti di Milanello.

Partiamo dai fattori positivi: Pioli è stato prima di tutto abile a rendere fruttuoso il mercato estivo del Milan. Sotto la sua guida sono letteralmente esplosi giocatori come Theo Hernandez, Bennacer e Rebic. Oggi tutti titolarissimi rossoneri.

Da sottolineare anche il feeling con Zlatan Ibrahimovic. C’era chi, al momento dell’arrivo dello svedese, pensava che un tecnico come Pioli non fosse in grado di reggere il confronto caratteriale con Ibra. In realtà i due vantano un dialogo aperto e si stimano reciprocamente.

Infine la difesa. Pioli, rispetto al suo predecessore Giampaolo, ha curato maggiormente la fase di non possesso. Non è un caso se il suo Milan è la squadra di Serie A che vanta più clean sheet (ben 7) da ottobre ad oggi. Merito di Donnarumma, ma non solo.

Non mancano però i difetti da correggere nella gestione Pioli. In primis sul gioco, spesso considerato troppo ordinato e poco fluido. Il Milan a volte dipende dalle giocate dei singoli e non da una manovra ben confezionata.

Il solco tra il Milan e le altre big è aumentato: in stagione Pioli ha sempre perso con le rivali. Sconfitte con Juventus, Lazio, Roma, Inter e k.o. clamoroso in casa dell’Atalanta. Di questo passo il Milan non può neanche pensare di avvicinarsi alla zona calda.

E se c’è un calciatore che non ha giovato della cura Pioli è certamente Lucas Paquetà. Il tecnico emiliano non è riuscito, come fatto invece con altri, a spronare il brasiliano. Poche presenze e anche svogliate, segno di un investimento da 38,4 milioni buttati via.

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