Gazzetta – Viaggio a casa Rangnick: “Farà grande il Milan”

A Backnang, città natale di Ralf Rangnick, sono certi che il manager tedesco possa fare bene al Milan se gli verrà dato tempo. È un grande lavoratore.

Rangnick grande Milan
Ralf Rangnick (©Getty Images)

La Gazzetta dello Sport è stata a Backnang, il luogo nel quale è nato Ralf Rangnick, per capire che persona sia il futuro allenatore-direttore tecnico del Milan.

Chi lo conosce bene dice: «Non è arrogante. Il soprannome Professore? Certo, poteva insegnare inglese e sport a scuola se non fosse diventato allenatore». Ha sempre cercato di rientrare ogni lunedì nella sua cittadina a 33 chilometri da Stoccarda per rilassarsi in bicicletta lungo il fiume con suo padre Dietrich, quando la salute dell’anziano genitore lo consentiva.

Rangnick ha due figli: uno lavora a Lipsia (Kevin, nello scouting) e l’altro a Salisburgo (David, medico in ospedale, non alla Red Bull). A metà anni Novanta lo Stoccarda lo mandò in Brasile da osservatore e lui riuscì a strappare l’accordo a un certo Ronaldo, che allora militava nel Cruzeiro. Ma il club tedesco tentennava sulla spesa (6 milioni di euro attuali) e allora si inserì il PSV Eindhoven, che se lo assicurò.

A folgorare Rangnick fu un’amichevole tra il Viktoria Backnang, dove militava, e la Dinamo Kiev nell’inverno 1985. La squadra ucraina era allenata dal rivoluzionario Valerj Lobanovski, al quale lui si è ispirato. Ha raccontato di essersi fermato a contare quanti fossero gli avversari, gli sembravano 13 o 14 grazie al loro modo di giocare. Ha studiato anche Arrigo Sacchi.

Norbert Herrmann, oggi 56enne, faceva parte del Viktoria Backnang che con Rangnick giocatore-allenatore a metà anni Ottanta vinse due campionati di fila, salendo dal torneo locale (Bezirksliga) a quello regionale (Verbandsliga): «Era un centrocampista difensivo. Ci trattava da professionisti, anche se eravamo operai, impiegati, studenti. Lui compreso. Fece sparire birre e sigarette nel post partita, curava tutto, avrebbe anche tagliato l’erba. Nessuno di noi aveva dubbi: Ralf aveva 26 anni, ma sarebbe arrivato nei professionisti. L’anno dopo era a Stoccarda, cominciava la scalata. Al Milan vincerà lo scudetto. Sicuro. Tra quattro anni».

Ovviamente il Milan dovrà concedere del tempo al tedesco per mettere in pratica le sue idee e non è facile in una piazza così esigente: «Dovranno darglielo: quando ha potuto sviluppare il suo progetto, Ulm, Hoffenheim, Lipsia, ha sempre fatto centro. Lui passa da zero a cento. Farà tutto, anche l’autista del pullman se servirà. Oppure lo convincerà a dare il massimo perché serve al Milan. E l’autista lo seguirà con entusiasmo. Lui ti trascina, è un motivatore».

Ralf Kropf, 58 anni, era il libero del Viktoria Backnang: «Del Milan non ha più parlato dopo il Covid, prima aveva ammesso che c’era qualcosa. Secondo me farà anche l’allenatore, gli manca il campo, il calcio quotidiano. Lui vuol lavorare con i giovani. Il suo sogno è sempre stata l’Inghilterra, ma farà bene anche a Milano, se gli danno tempo».

Nella sua cittadina di origine c’è un ristorante italiano che frequenta spesso e dove la maggioranza di persone è milanista. I suoi rientri saranno meno rilassanti, dato che dovrà portare risultati…

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