Ambrosini: “Milan, tieni Ibrahimovic. Rangnick? Non è Messi”

Intervista della Gazzetta a Massimo Ambrosini: l’ex centrocampista del Milan ha parlato del futuro della squadra rossonera e di Ibrahimovic.

Massimo Ambrosini intervista
Massimo Ambrosini (©Getty Images)

Tanti ex milanisti occuperanno le panchina di Serie A e B in vista della prossima stagione. Tra questi non c’è però Massimo Ambrosini: ha scelto di fare l’opinionista, senza addentrarsi in questo percorso affascinante ma tortuoso.

L’ex centrocampista rossonero ha parlato oggi, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, del Milan che verrà. Incominciando dagli elogi dovuti a Stefano Pioli: “Che fosse bravo già lo aveva fatto abbondantemente vedere. Piuttosto, mi hanno stupito di più i giocatori. Uno step notevole, fatto tutti insieme, il Milan ha acquisito un’anima e un’identità. Ovviamente è cresciuta anche la qualità, sono venuti fuori i giocatori”.

Premiata dunque la scelta dell’amico Paolo Maldini: “Si è gestito molto bene in un periodo complicato, meritandosi ciò per cui ha scelto questo lavoro: scegliere in autonomia. Ora ha più responsabilità”.

Sul mancato arrivo di Ralf Rangnick: “Il suo mancato arrivo è la logica conseguenza di quanto è successo in campo. Peraltro non parliamo del Messi dei tecnici. Sicuramente è un personaggio che può incuriosire, che ha fatto qualcosa e ha idee precise, ma non sono così convinto che al Milan avrebbe potuto incidere con certezza. Comunque, zero preclusioni, ci mancherebbe”.

Ambrosini dà fiducia assoluta a Zlatan Ibrahimovic: “Direi che è molto complicato non dare tutto in mano a uno come Zlatan. Il progetto con lui ha avuto talmente un senso, che ha senso anche sforzarsi, da parte del club, per un altro anno. La maturazione di certi giocatori deve essere confermata, la prossima stagione l’asticella rossonera si alzerà e occorre gente come Ibra. Lui è in grado di dare ai compagni la consapevolezza di stare lassù, fra le prime quattro, quindi avanti con lui. E con Leao: deve restare ed entrare in campo voglioso di essere determinante. Se Ibra resterà, ce la farà”.

Sul mercato in entrata: “Il Milan deve prendere tre giocatori forti. La base per tornare in Champions c’è già. Bakayoko? È molto forte, mi era piaciuto molto in crescita e personalità. Sarebbe un acquisto giusto. Piuttosto, mi spiace per Bonaventura: ragazzo serio e forte, andava fatta una riflessione in più”.

Infine sulla fascia di capitano a Donnarumma: “Davvero un bell’effetto. Adesso è più maturo e può rappresentare qualcosa di molto importante. Per me Gigio è una figura che ha permesso a tanti tifosi di sopportare anni disgraziati. I ragazzini di oggi si riconoscono in lui”.

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