Pioli: “Milan grande famiglia. Ibra e Kjaer puntano il Genoa”

Stefano Pioli risponde alle domande dei cronisti nella solita conferenza stampa, prevista per oggi pomeriggio a Milanello.

Stefano Pioli conferenza Milan Parma
Stefano Pioli (foto acmilan.com)

Domani sera il Milan sfiderà il Parma nel posticipo dell’undicesima giornata di Serie A. I rossoneri puntano a vincere per mantenere il distacco dalle inseguitrici in classifica.

Un match importante ma da non sottovalutare, vista la recente crescita dei ducali in campionato. Ma anche per le importanti assenze di Kjaer e Ibrahimovic nelle fila del Milan.

Alle ore 14 in punto Stefano Pioli parlerà nella consueta conferenza stampa, durante la quale risponderà alle domande dei cronisti sul match di domani.

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Le parole di Pioli in vista di Milan-Parma

Pioli ricorda subito Paolo Rossi: “Un grande campione e un compagno di squadra. Un simbolo di generazione, ha vinto i Mondiali ma è sempre stata una persona serena e semplice. Ci mancherà, sarà sempre dentro di noi”.

Sul Parma: “Una buona squadra, ha qualità in attacco e determinate caratteristiche. Dovremo affrontarli con lucidità e attenzione, soprattutto quando avremo la palla. Non forziamo le giocate”.

Paragone tra Hauge e Brolin: “Brolin ottimo giocatore ma era più una seconda punta, Jens è un attaccante esterno a cui piace accentrarsi. Ha tutto per diventare un bel giocatore, sta lavorando bene ma ha grandi margini di miglioramento. La conoscenza della lingua non è ancora massimale”.

Sul Milan imbattuto in campionato: “Sono un grande appassionato di ciclismo e posso dire che il paragone con le tappe da vincere è pertinente. Se vuoi vincere una corsa con tante tappe ne devi pensare una alla volta, domani sarà importante. Stiamo scalando una vetta che è ancora ripida e difficile, c’è da stare con la testa bassa”.

Le condizioni di Ibrahimovic e Leao: “Ibra e Kjaer stanno procedendo bene con il recupero muscolare, la loro voglia è di esserci il prima possibile e puntano il Genoa. Dobbiamo valutare le loro condizioni giorno per giorno, mi auguro di averli presto. Rebic e Leao sono più attaccanti esterni, tra i due Rebic è più adatto a fare la prima punta. Rafa sta crescendo”.

Sul Milan senza Ibra: “Il nostro modo di giocare non cambia molto. Zlatan è un riferimento offensivo, ma spesso è lui a lavorare tra le linee e gli altri attaccano gli spazi. Ogni singolo giocatore ha le sue caratteristiche, Rebic per esempio deve attaccare la profondità, coi tempi giusti. Per un attaccante è importante il gol, per me conta di più il lavoro per la squadra. Ante lo sta facendo con tanti assist”.

La lotta Scudetto: “Faccio valutazioni sugli organici delle altre squadre, ma anche noi siamo forti. Lo stiamo dimostrando, ma non dobbiamo cambiare atteggiamento. Quando sarà il momento affronteremo tutti i discorsi, per ora pensiamo sempre una partita alla volta. Vogliamo far passare ai nostri tifosi un bel Natale”.

Inter rivale più pericolosa? “Non lo so, ma senza appuntamenti in Europa puoi lavorare meglio in settimana. Poi c’è la difficoltà di gestire i tanti calciatori, ci sono pro e contro. Noi siamo contenti del nostro percorso, i primi obiettivi li abbiamo centrati e dobbiamo essere sempre competitivi. La settimana dei sedicesimi di Europa League sarà stimolante perché avremo il derby di mezzo. E’ bello, lavoriamo per tutto questo”.

Sulla crescita di Tonali: “Sandro ha avuto un’estate complicato, era in ritardo di condizione. Ho visto una crescita continua, la sua volontà di crescere e migliorare. Non si deve accontentare, ha un motore importantissimo, sia fisico che tecnico. Sono soddisfatto, ma può fare meglio”.

Su Leao: “E’ intelligente, un ragazzo giovane e volenteroso. Gli chiedo di giocare come quando lo faceva da ragazzino nel cortile. Deve tornare a lavorare per la squadra e cercare poi di fare gol. Serve uno sforzo in più”.

Il paragone tra Pioli e Sacchi come direttore d’orchestra: “Assolutamente sì per dare principi di gioco e motivazioni. I cambi che ho fatto a Praga sono naturali, ma per lo spirito che i miei mettono in campo si può sempre vincere. Chi si allena in un certo modo poi gioca in un certo modo. La qualità dei singoli poi fa la differenza”.

Sui giovani del Milan: “Il Milan ha avuto due priorità: giocare bene e far diventare uomini i giocatori. I ragazzi stanno vivendo un momento delicato, con tante responsabilità, ma lo stanno facendo nel modo migliore”.

Su Bennacer e Kalulu: “Ismael sta bene, gli abbiamo dato una settimana di allenamento normale. Ha avuto degli intoppi ma ha recuperato ed è convocabile. Kalulu l’avevo provato da centrale, aveva fatto molto bene e mi ha detto che lo sa fare. Mi è piaciuto, è stato coraggioso e aggressivo, un jolly in difesa è importante”.

Sulle italiane nelle coppe: “6 squadre su 7 sono passate ed è importante. Noi come calcio italiano dobbiamo puntare il vertice. Andiamo nella giusta direzione, affronteremo rivali molto forti e dovremo fare prestazioni importanti. Mi auguro che qualcuno, magari noi, riuscirà ad arrivare fino in fondo”.

Le qualità attuali del Milan: “Analizziamo tutte le vittorie come fossero sconfitte, pensiamo agli aspetti in cui possiamo migliorare e crescere. Dobbiamo consolidare il livello, penso a responsabilità, voglia e coraggio”.

Le prove di Gabbia: “Matteo fa parte dei giocatori giovani che cresceranno con costanza. Sono soddisfatto, spesso ha giocato sul centro-sinistra ma sul centro-destra ci aiuterà di più in costruzione. Sta dimostrando a tutti di poter essere titolare del Milan”.

Il suo rapporto con il Milan: “Il primo giorno che sono arrivato a Milanello mi sono sentito dentro una grande famiglia. Il club sta facendo uno sforzo importante per lavorare al meglio, miglioriamo le strutture e continuiamo a far bene. Quello che si respira qui è unico”.

La partita della svolta a Parma l’anno scorso: “Troppe volte si parla della gara di svolta, è un percorso che ti da le certezze. Tutte le partite giocate ci hanno permesso di arrivare a questo livello. Il salto l’abbiamo fatto quando abbiamo iniziato a battere le squadre forti. Era un peso non vincere, poi ci siamo rafforzati, non ci siamo accontentati”.

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