Allegri svela: “Seedorf mi chiese spiegazioni. Ibra? Che testone”

Allegri ha ricordato la sua esperienza sulla panchina del Milan, dove ha allenato grandi campioni come Seedorf e Ibrahimovic per esempio.

Massimiliano Allegri
Massimiliano Allegri ai tempi del Milan (©Getty Images)

Il Milan è stato il primo grande club a credere in Massimiliano Allegri, che aveva fatto bene a Cagliari ma che non per tutti era pronto per una panchina di così grande prestigio. Invece, Adriano Galliani era convinto e puntò fortemente su di lui.

L’allenatore toscano in rossonero vinse lo Scudetto alla prima stagione e poi conquistò anche la Supercoppa Italiana. Successivamente è arrivato secondo e terzo in Serie A, prima di venire esonerato nel quarto anno nell’ultima giornata del girone di andata. Alla Juventus si è poi riscattato vincendo tricolori a raffica e disputando anche due finali di Champions League.


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Allegri ricorda l’esperienza al Milan

Seedorf Allegri Milan
Massimiliano Allegri, Clarence Seedorf e José Mourinho in un Real Madrid-Milan di Champions League (©Getty Images)

Allegri ieri sera ha parlato a Sky Sport e ha ricordato la sua avventura sulla panchina del Milan: «Impazzisco per giocatori tecnici come Ronaldinho, lui e Cassano facevano passare il pallone dove nessuno poteva farlo. Poi c’era anche Robinho, che al Milan dicevano fosse il mio figlioccio. A volte teneva palla anche 35 secondi di fila, poi il secondo anno un po’ meno e il terzo ancora meno».

A succedergli alla guida della squadra rossonera nel gennaio 2013 fu Clarence Seedorf, che per due stagioni era stato suo giocatore e su quale ha ricordato quanto segue: «Una volta lo misi in panchina per due gare consecutive e venne da me a chiedermi spiegazioni. Allora gli dissi di prepararsi perché anche in quella seguente sarebbe andato in panchina».

E ad Allegri non poteva non essere chiesto di Zlatan Ibrahimovic, altro calciatore che ha avuto per due anni al Milan: «Avesse fatto il centravanti anche dieci anni fa, come gli dicevo di fare io, poteva fare molti più gol. Invece quel testone non voleva prendere botte».

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