Caso Super League: dal Tribunale di Madrid mazzata alla UEFA

La UEFA di Ceferin non sta vincendo la propria battaglia contro la Super League. Dal Tribunale di Madrid una sentenza molto importante.

Super League

La Super League non è ancora morta e sepolta. Anche se nove dei dodici club fondatori hanno annunciato la rinuncia al progetto, esso è stato solamente accantonato.

La UEFA ha iniziato una battaglia legale che al momento non la sta vedendo affatto vincente. Nelle scorse ore il Tribunale di Madrid ha confermato che l’istituzione guidata da Aleksander Ceferin non può irrogare sanzioni nei confronti delle squadre che hanno creato A22 Sports Management SL, società controllante della Super League.

Già il 1° luglio il magistrato Manuel Ruiz de Lara aveva invitato l’UEFA a non escludere dalle competizioni europee i club della Superlega, perché altrimenti sarebbe andata incontro a sanzioni pecuniarie e «anche la possibilità di incorrere in un reato di disobbedienza all’autorità giudiziaria».

Sicuramente Ceferin non si fermerà qui e proverà altre strade per punire in particolare Real Madrid, Barcellona e Juventus. Se con le altre nove società la UEFA aveva trovato un accordo per l’abbandono del progetto Super League e l’impegno a non riproporlo in futuro, invece con quelle tre non c’era stata alcun tipo di intesa. C’è una battaglia legale in corso e per come sta andando ora sembra che difficilmente a Nyon trionferanno.

Anche il Milan è tra i club che hanno accettato di abbandonare i propositi di creare una Superlega. Sull’argomento è tornato a parlare Paolo Scaroni, presidente rossonero, che a Bloomberg si è così espresso: «Il problema è che i maggiori club europei stanno perdendo soldi. Nonostante ciò, investono in giocatori per rimanere al top. Il progetto della Superlega è quello di inventare un’identità, possibilmente insieme alla UEFA, per risolvere il problema che stiamo vivendo. I club non vogliono uscire dalla UEFA. Non possiamo continuare a perdere soldi. Con il Covid la situazione è peggiorata. Dobbiamo trovare una via per restaurare l’economia dei club europei».

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