Faivre: “Che emozione il derby, volevo essere in campo. A gennaio si vedrà”

Romain Faivre è stato intervistato da La Gazzetta dello Sport. Vicinissimo al Milan in estate, si è detto voglioso di indossare la maglia rossonera 

È stato vicinissimo al Milan nella sessione estiva del calciomercato. Ormai era tutto fatto, ma poi il Brest, proprietario del suo cartellino, ha spento ogni speranza, infastidito dall’atteggiamento prematuro del giocatore.

Romain Faivre
Romain Faivre (Twitter)

Oggi, Romain Faivre continua a giocare per il suo club e a fare faville, ma rimane grande per lui il sogno di indossare un giorno la maglia rossonera. Secondo le più rinomate fonti, arriverà presto al Milan, e chissà già a gennaio. Alla squadra di Stefano Pioli serve un buon rinforzo sulla trequarti centrale, e Maldini e Massara non hanno di certo dimenticato il talento di Romain.

Anche il trequartista francese, questo weekend, ha giocato un derby, quello di Bretagna contro il Lorient. Il Brest, grazie anche ad un gol di Faivre, si è imposto per 1-2 fuori casa. La sera, però, Romain ha avuto tempo per gustare il focoso derby di Milano tra Milan e Inter, e ha raccontato le emozioni provate direttamente alla Gazzetta dello Sport.

«Che spettacolo, avevo voglia di esserci pure io in campo». Dichiarazioni importanti quelle rilasciate alla rosea, e pubblicate nell’edizione odierna del quotidiano. Poi, Romain Faivre è tornato sul vicinissimo approdo al Milan: «Quando ti chiama Maldini, una leggenda, ti senti valorizzato e hai voglia di far di tutto per andare al Milan».

L’intervista a Faivre

L’intervista a Faivre della Gazzetta continua, e in maniera approfondita. Il trequartista francese si è raccontato a 360° ai microfoni della rosea. Di seguito l’intera intervista:

Trequartista, mezzala o ala? «Sono a mio agio nel cuore del gioco, ma la polivalenza è una qualità nel calcio moderno. L’importante è esprimere la creatività per aiutare la squadra».

Meglio un gol, un assist o un dribbling?«Un tempo avrei detto il dribbling, oggi gol e assist».

Chi sono i suoi idoli?: «Ronaldinho. Con lui ho amato il calcio. Da tifoso parigino mi ispiravano ai suoi dribbling, la visione del gioco, l’efficacia per far gol e farne fare. In camera avevo tutti i suoi poster dal Psg, al Barcellona al Milan».

Adesso è lei ad essere corteggiato dal Milan: «Fa davvero piacere sapendo che la mia carriera è iniziata di fatto solo la scorsa stagione».

Poi il trasferimento è saltato, ma sta facendo meglio della scorsa stagione«Sono convinto che per imporsi in squadre come il Milan bisogna prepararsi in anticipo. Così ho un preparatore atletico personale tre volte a settimana, un nutrizionista per mangiare sano, ma non cucino io…Infine un preparatore mentale per imparare a gestire meglio emozioni e pressione tipiche dei grandi club come il Milan».

Nel Milan ci sono già molti francesi: «Conosco Ballo-Touré dai tempi del Monaco. Mi dice che il Milan è una grande società, con grandi ambizioni, con tifosi fantastici. Anch’io sono ambizioso. Insomma, c’è tutto perché funzioni».

Cosa pensa del gioco del Milan, dove c’è sempre Ibrahimovic: «Ibra è un giocatore incredibile che seguivo pure da tifoso del Psg. E comunque al Milan tutti i giocatori sono di alto livello. Mi riconosco nel gioco di Pioli, nella volontà di fare bel gioco per vincere. Lo dimostra in campionato. In Champions meriterebbe qualche punto in più».

Di solito, i giovani francesi preferiscono la Premier: «La Serie A è un campionato appassionante, con tante grandi squadre, dal Milan alla Juve, dall’Inter al Napoli, alla Roma. E poi è il campionato dei campioni d’Europa. L’Italia ha vinto con molti giocatori di Serie A. La prova che da voi c’è molto talento».

Da trequartista, quali grandi italiani l’hanno ispirata?«Del Piero, per lo stile e il suo sinistro. Pirlo per l’eleganza. E al di là del ruolo, Buffon, una leggenda. Tutti grandi esempi».

Qualità e difetti di FAIVRE?«Per imporsi nel calcio è necessario avere personalità e carattere, anche per sfidare grandi star come quelle del Psg. A casa sono un tipo tranquillo, ottimista, in campo sono un guerriero, non temo nessuno. Sono tecnico con una buona visione del gioco. Devo migliorare la fase difensiva».

Al Mondiale ci pensa?«Fino a un anno fa ero l’unico a crederci. Ma sono molto ambizioso e nella vita è importante credere nei sogni. La Serie A può aiutarmi a realizzarli. Ma nel calcio si va per tappe. Il 21 affronto il Lens, poi a gennaio vedremo».

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