Costacurta: “Kessie? È sostituibile. Ho scritto a Maldini per dirgli che…”

Alessandro Costacurta ha fatto un’attenta analisi del cammino del Milan ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. L’ex rossonero ha fiducia nella squadra di Pioli…

Alessandro Costacurta è uno di quelli che col Milan ha fatto la storia. Ha alzato ben 24 trofei in rossonero, e a tutti i livelli. L’ex difensore è salito sul tetto d’Italia, d’Europa e del Mondo vestendo la maglia del Diavolo, e oggi, da buon opinionista, non può far altro che osservare e dire la sua sul cammino della squadra di Stefano Pioli.

Costacurta e Maldini
Costacurta e Maldini (©LaPresse)

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, Costacurta ha fatto un’analisi a tutto tondo di quello che è il Milan oggi, dei suoi giocatori e dei possibili obiettivi della squadra.

Di seguito i temi e le dichiarazioni di Alessandro per la rosea:

Sui cali di rendimento con le “piccole”: Partendo da Napoli posso dire di avere visto una dimostrazione di forza importante. Hanno la capacità di indirizzare e gestire partite contro squadre di prima fascia. Ora il calendario è più semplice, e ad aprile il ritorno di Coppa Italia e poi Lazio e Fiorentina diranno molto. Pensavo che certe frenate fossero peccati di gioventù. Ma se anche altre squadre, in Italia e in Europa, più mature del Milan hanno lo stesso andamento allora c’è altro: il Covid e poi le atrocità della guerra tolgono concentrazione a tutti, calciatori compresi. Sono situazioni che ci scuotono come non mai”.

Sui giovani talentuosi del Milan: Con il talento funziona così, e il Milan risente degli alti e bassi di Leao, il più determinante della squadra. La fascia sinistra viene spesso esaltata, giustamente, ma i pericoli arrivano quasi sempre da lì. A Napoli Di Lorenzo sembrava Cafu, complice anche la poca capacità difensiva di Rafa ed Hernandez, che invece litiga troppo spesso. La solidità di altri giocatori chiave porta equilibrio. Mi riferisco ai difensore centrali, a Tonali e Bennacer, che sono cresciuti tantissimo, a Giroud: sempre sul pezzo, tocca pochi palloni ma è decisivo. Mi ha sorpreso, non pensavo fosse un campione e invece sta spingendo il Milan verso il titolo”.

Sulla non crescita di Romagnoli: Le mie aspettative erano davvero alte su di lui, pensavo potesse diventare il più forte, il nuovo Chiellini. Non voglio dire che sia scarso, solo che ho visto cosa faceva a 19 anni e credevo avesse potenzialità illimitate. Kalulu invece in un anno è cresciuto tanto, deve migliorare palla al piede ma è veloce e attento. Quello che serve a un difensore centrale. Botman in estate? Ha qualità su cui lavorare, ma non lo conosco caratterialmente e per l’impegno che mette in allenamento. Oggi può tranquillamente valere Romagnoli”.

Se la perdita di Kessie può essere un danno: “Di giocatori fondamentali in giro ne vedo sempre meno, escluso Mbappé. Franck come molti altri è importante ma non determinante, assolutamente sostituibile. Tonali è più importante di lui, anzi è il più importante del Milan di oggi, anche di Maignan o Giroud. Scrissi a Maldini dopo l’acquisto dal Brescia definendolo il miglior prospetto del calcio europeo. Avrò preso del “pirla” molte volte, ma oggi mi fa diventare presuntuoso e dire: avevo ragione…”.

Se Ibrahimovic va tenuto nonostante l’età: Si. È stato fondamentale nella risalita del Milan, con Maldini, Massara e Pioli. Questa è la loro squadra, il frutto del loro lavoro. Zlatan potrà non essere più determinante come prima, ma ha sempre il suo peso”.

Se oltre per lo scudetto, il Milan tornare a lottare in Europa: Nella corsa al titolo è rientrata anche la Juve, ma solo in parte. Le prime tre restano avanti, l’Inter non deve sentirsi superiore dopo Liverpool. A livello internazionale le cose sono cambiate: oggi alla base del Milan c’è una logica sostenibile, che ha prodotto comunque idee vincenti. Prima la proprietà sfogliava l’albo e prendeva i palloni d’Oro: per dominare in Europa è quello che fa la differenza…”.

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