Leao: “Dio mi ha dato il talento, non devo sprecarlo. Tifosi? Imparagonabili”

Rafael Leao ha rilasciato una gran bella intervista per Login, mensile de Il Corriere della Sera. Cruciale la dichiarazione sui tifosi…

Gran parte dei riflettori è al momento puntata su di lui, Rafael Leao, il gioiello più prezioso della squadra di Stefano Pioli. I tifosi sono in ansia per il fatidico rinnovo di contratto, impauriti di perdere il crack grande protagonista dello Scudetto rossonero.

Rafael Leao
Rafael Leao (©LaPresse)

Rafael Leao sembra che abbia tutta l’intenzione di rimanere al Milan, ma non sarà così semplice trovare l’accordo per il prolungamento. Per Maldini e Massara è uno degli obiettivi più grandi quello di blindare il talento portoghese, ma bisognerà trovare il compromesso sull’ingaggio, dato anche il risarcimento che Leao deve allo Sporting Lisbona.

Nel frattempo, il giocatore si sta godendo le meritate vacanze in giro per il mondo. Il 4 luglio avrà inizio il ritiro della squadra di Pioli, e presto Leao si riunirà con i compagni per cominciare l’importante preparazione pre-stagione. Il portoghese intanto si concede a anche a particolari interviste. Notevole l’ultima rilasciata ai microfoni di Login, mensile de Il Corriere della Sera dedicato a temi come innovazione e tecnologia.

Leao: “100 milioni? Il mio valore è un altra cosa”

Di seguito i temi e le parole di Rafael Leao per Login:

Valore di mercato superiore ai 100 milioni: “Quella è una cosa a cui non penso. Il mio valore reale è un’altra cosa. Il Signore mi ha regalato il talento e io devo esserne grato e continuare a lavorare duro per non sprecarlo“.

Un milione di followers sui social: “Fa molto piacere, ma sono un calciatore, un attaccante e quindi i numeri che mi fanno più felice sono quelli del campo“.

Strategia digitale per convincere i tifosi: “Il Milan è un grandissimo club con oltre 500 milioni di tifosi, il vero elemento fondamentale del calcio. Trovo giusto cercare di coinvolgere ed emozionare ciascuno di loro. Io sono felice di questo lavoro di contatto, e della crescita che stiamo facendo verso il digitale. I canali digitali permettono ai nostri fan di sentirsi più vicini alla squadra e ai propri calciatori preferiti“.

Esempio per le nuove generazioni: “Sono ancora giovane e so che devo crescere sotto tutti i punti di vista. Però pensare di essere considerato un esempio per i più giovani certamente mi rende molto felice. Ma è anche una responsabilità, una cosa da tenere bene a menteBisogna affrontare le cose che ti capitano con determinazione e quello che chiamo lo ‘spirito del surfista’: se non riesci a cavalcare un’onda, sai che dopo ne arriva un’altra e allora bisogna farsi trovare pronti“.

Passione musicale: “Mi piace molto rappare e penso che quando finirò la mia carriera di calciatore potrei fare quello nella vita. Per ora è un passatempo e basta: faccio trap, ma parlo soprattutto della mia vita, dei sacrifici per arrivare fin qui. Pensieri che condivido anche con Cabral, una presenza fissa nella mia vita. Ecco, l’amicizia è un altro valore importantissimo, anche in quello che fai: nel calcio ho molti amici, nel Milan e anche in altre squadre. Questo crea gruppo, unità di intenti e anche di valori. E sono orgoglioso di essere in un club molto attento a temi di responsabilità sociale, che ha fatto tanto per promuovere l’equità, l’uguaglianza e l’inclusività attraverso gli esempi positivi dello sport“.

Perché ‘Way 45’: “Tante persone me lo chiedono: 45 è il codice postale della mia regione in Portogallo, mentre Way è il cammino, quindi è un po’ una connessione tra le mie origini e la strada che sto percorrendo. Il Bairro de Jamaica, dove sono nato, è tutto per me: è lì che ho cominciato a giocare, che ho la mia famiglia, i miei amici, le persone più importanti. È il mio cuore“.

Il pubblico negli stadi: “Il calcio senza tifosi è un’altra cosa e basta. Quest’anno a San Siro è venuto a sostenerci oltre un milione di persone in totale, senza considerare quante volte in trasferta era come giocare in casa: a Reggio Emilia, nella gara decisiva, sembrava di essere a San Siro. Credo che le emozioni che regala un evento come una partita di calcio reale, dal vivo, siano imparagonabili. E poi la marea di gente che ci ha accolti al nostro ritorno in città e il giorno dopo nella parata col pullman scoperto. No, le sensazioni che si provano nella vita reale sono un’altra cosa!“.

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