Giroud presenta il suo libro: “Dal Chelsea al Milan, l’Inter e lo Scudetto”

Oggi a Casa Milan c’è stata la presentazione del libro di Giroud, che ha sostenuto una conferenza stampa per raccontare l’opera.

Dopo aver vinto la Champions League con il Chelsea, Olivier Giroud si è anche tolto la grande soddisfazione di vincere la Serie A. È stato un grande protagonista dello Scudetto conquistato dal Milan.

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Giroud (MilanLive.it)

Anche del successo in maglia rossonera ha scritto nel suo libro “Crederci sempre. Perché ho fiducia nella vita, in Dio, in me stesso e nel destino“, presentato proprio oggi a Casa Milan. Si tratta di un’autobiografia che racconta la sua lunga carriera da calciatore, dagli inizi in Francia passando per l’esperienza in Inghilterra e fino ad arrivare al trasferimento in Italia.

Tanti gol e tante vittorie, compresa quella del Mondiale 2018 con la sua Nazionale. Molti aneddoti e storie da raccontare.

Giroud presenta il suo libro a Casa Milan

Giroud nella conferenza stampa di presentazione ha così parlato della decisione di scrivere un libro: “Volevo farlo. Sono stato contattato dalla persone che aveva scritto quello su Deschamps perché voleva farne uno sulla mia vita e ho preso del tempo per pensarci. Dato che sono ancora un calciatore, è stato un po’ strano, ma poi è scelto di scriverlo ed è un grande lavoro”.

Nell’opera cita anche Andriy Shevchenko spiega così: “Tra gli anni Novanta e Duemila ero tifoso del grande Milan. Ho guardato molti video di Van Basten e Papin, desideravo segnare come loro. Shevchenko era la classe, l’esempio, il calciatore preferito. Sapeva realizzare gol in tutte le maniere e mi piaceva la sua mentalità, perché non mollava mai”.

Ha anche raccontato la prima chiamata con Paolo Maldini, che lo ha voluto fortemente al Milan: “Mi trovavo a Nizza con la Nazionale e il mio agente mi ha avvisato che sarebbe stato meglio parlare in Facetime con Maldini. Era qualcosa di speciale, si trattava di una leggenda del Milan. Mi piace il rapporto che ho instaurato con lui e con Massara. Abbiamo parlato senza problemi, era un segnale di dover andare al Milan”.

Non si può non parlare di Stefano Pioli, allenatore con il quale si è trovato molto bene fin dall’inizio: “Non lo conoscevo molto, ma quando ho parlato con lui ho capito immediatamente che avremmo potuto lavorare bene assieme. È una brava persona e sa come comunicare ai suoi calciatori”.

Inevitabili pure dei commenti su Zlatan Ibrahimovic, un compagno di squadra dal carattere molto forte e con il quale ha legato pur essendo concorrenti per il posto da titolare: “È una leggenda del Milan, non gli ho detto che ero un suo tifoso. Avevo un po’ di apprensione a chiedergli la maglia e lui mi prende in giro su questo”.

Giroud è stato un grande protagonista dell’ultimo derby vinto contro l’Inter, una sua doppietta ha ribaltato il match ed è stata decisiva per la lotta Scudetto: “Un’emozione incredibile, sotto la Curva Sud. Senza quella vittoria l’Inter sarebbe stata irraggiungibile. Dio mi ha detto di crederci. Tutti i tifosi continuano a parlarmi di questi gol. Succede solo a chi ci crede”.

E pensare che Olivier avrebbe potuto giocare quella partita proprio con la maglia dell’Inter, visto che il club nerazzurro lo aveva cercato tempo prima dell’approdo al Milan: “Al Chelsea ero diventato il terzo attaccante e parlai con Lampard, ma non voleva mandarmi via. L’Inter era interessata, poi mi dissero che non c’erano soldi. Anche la Lazio mi voleva. Ero disperato, volevo andarmene. C’era pure il Tottenham, ma avevo già militato nell’Arsenal. Era destino che fossi rossonero e non nerazzurro”.

Vincere lo Scudetto è stata un’emozione molto grande e lo ribadisce: “L’atmosfera è stata simile a quella della conquista del Mondiale. Non ho mai visto queste celebrazioni, la gente aspettava da anni questo trionfo. Vedere i tifosi piangere ti colpisce al cuore. Per tutta l’estate ho cantato ‘I campioni dell’Italia siamo noi’ e l’ho insegnata anche ai miei figli, così come ‘Pioli is on fire’”.

Non credeva che ci fosse una maledizione legata alla maglia numero 9 del Milan: “Non c’era un tabù, non sono superstizioso. I gol non dipendono dal numero. Volevo il 9 al Milan ed è bello indossarlo come Pippo Inzaghi”.

Maldini è stato chiaro, vuole vincere la seconda stella. Giroud concorda e darà il massimo per questo obiettivo: “La nuova stagione sarà ancora più complicata, perché Inter e Juventus si stanno rafforzando. Ma questa sfida mi piace, possiamo vincere di nuovo”.

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