Tomori e l’infortunio di Kjaer, il retroscena: “Ho capito che…”

Tomori ha confermato la soddisfazione per la vittoria dello Scudetto con il Milan e anche per essere parte del club: svelato pure un retroscena.

Fikayo Tomori ha concesso un’interessante intervista alla nota rivista GQ. Ci sono diversi argomenti sui quali è stato interpellato, non solo calcistici.

Fikayo Tomori
Fikayo Tomori (©LaPresse)

Inevitabile parlare della cavalcata del Milan verso la conquista dello scorso Scudetto: “All’inizio della scorsa stagione non molte persone pensavano che saremmo stati in grado di vincere. Ma da quando sono arrivato ci siamo resi conto di avere un’ottima squadra, di essere forti. Lo sapevamo e su questo abbiamo costruito qualcosa di importante. Alla fine abbiamo avuto l’opportunità e l’abbiamo colta. Penso che ce lo siamo meritato”.

Festeggiare la vittoria dello Scudetto a Milano è stato emozionante: “È stato tutto crazy. Il tour sul bus per le vie della città è stato incredibile, ovunque c’erano i nostri tifosi. Il momento più bello della mia carriera”.

Tomori è tornato a parlare anche del suo trasferimento in rossonero, mai avuto dubbi: “Chiunque segua il calcio sa cos’è il Milan, una squadra con una storia importante, un club conosciuto in tutto il mondo. E poi è stato Maldini a volermi, da difensore mi ha reso molto felice”.

L’ex Chelsea ha raccontato che l’infortunio di Simon Kjaer è stato un momento nel quale si è sentito ulteriormente responsabilizzato: “Ho capito che era arrivato il momento di elevare il livello del mio gioco, di raggiungere quella continuità che potesse fare di me un leader. Mi è venuto tutto abbastanza naturale”.

Con Fikayo si è parlato anche di un tema delicato come il razzismo, grossa piaga sociale in Italia e non solo: “È un problema di educazione. A volte le persone che dicono cose stupide vanno ignorate, ma arriva sempre il momento in cui devi batterti per la nostra gente. So di avere una responsabilità , so di poter essere un esempio e di ispirare ragazzi e ragazze. Difficile dire cosa può fare il calcio per combattere il razzismo, perché è qualcosa che va oltre lo sport. Tocca al Governo, a chi fa le regole. Ma il calcio è un grande business e gode di una platea importante a cui mandare dei messaggi”.

Il Milan è un club molto attivo nella lotta al razzismo e si spera di vedere sempre meno episodi negativi sia negli stadi sia nella vita quotidiana. Non ci deve essere spazio per l’ignoranza e la cattiveria.

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