“Tensione tra Inzaghi e Shevchenko”: la rivelazione di un ex Milan

Dalla Bona ha raccontato un retroscena risalente a quando giocava nel Milan: coinvolti Inzaghi, Shevchenko e anche Maldini.

Samuele Dalla Bona è tra i giocatori arrivati in maglia rossonera con la speranza di affermarsi e che non ce l’hanno fatta. Dopo aver fatto molto bene nel Chelsea, si era trasferito al Milan nell’estate 2002 e credeva che sarebbe cresciuto ancora di più. Purtroppo, è andata diversamente.

Inzaghi Shevchenko
Andriy Shevchenko e Filippo Inzaghi (©LaPresse)

Nell’unica stagione trascorsa nella squadra di Carlo Ancelotti si è comunque tolto la soddisfazione di vincere una Champions League e una Coppa Italia. Successivamente ha giocato in prestito con Bologna, Lecce e Sampdoria. Nel 2006 l’addio definitivo con il passaggio al Napoli, appena promosso in Serie B.

Intervistato dal Sportweek, l’ex centrocampista ha raccontato perché decise di lasciare il Chelsea per trasferirsi al Milan: “Quando arrivò l’offerta, Ranieri cercò di farmi capire che ormai la mia carriera era improntata a quello stile di calcio e di vita, diverso rispetto all’Italia. Ma a quel Milan non riuscii a dire di no. Dal punto di vista delle pressioni notai differenze. In Italia il calcio era ed è una guerra”.

Dalla Bona si integrò abbastanza bene nel gruppo, ma senza riuscire ad emergere e a ritagliarsi uno spazio da vero protagonista: “Sapevo che sarebbe stata una sfida difficile, ma sentivo la fiducia. Fino a marzo 2003, a Real Madrid-Milan 3-1 di Champions League. Da lì ho notato che era cambiato qualcosa con Ancelotti. Grandissima persona e grandissimo gestore, però forse non si fidava completamente dei giovani. O forse io non ero all’altezza di quel Milan…”.

L’ex calciatore ha anche raccontato un aneddoto che ha visto Paolo Maldini e due noti compagni di squadra coinvolti: “Nella rifinitura prima della finale di Champions League contro la Juventus ci fu un momento di tensione tra Shevchenko e Inzaghi. Paolo Maldini, che parlava poco ma nello spogliatoio si sentiva, fece un allungo di 80 metri e andò da loro a dirgli ‘Ora basta, rimanete concentrati, domani c’è una finale da giocare’. E tornò l’ordine”.

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