@ML – Carlo Pizzigoni: “Vi spiego chi è Marco Pellegrino. Il Milan non perda identità. Maldini insostituibile”

Intervista esclusiva a Carlo Pizzigoni, giornalista ed esperto di calcio mondiale. Marco Pellegrino, il mercato del Milan e non solo

Un’estate lunga e faticosa per il Milan. Che ha prima subito gli addii di Tonali, Maldini e Massara e si è poi goduto un mercato da protagonista. E non è ancora finita. Ma intanto si torna in campo per la prima giornata di Serie A e i ragazzi di Stefano Pioli sono attesi al Renato Dall’Ara di Bologna per dare il via alla stagione.

Chi è Marco Pellegrino: ruolo e caratteristiche
Carlo Pizzigoni ci parla di Marco Pellegrino, vicinissimo al Milan (Instagram) – MilanLive.it

Intanto il mercato scorre e il nono colpo è sempre più vicino: Marco Pellegrino, giovane difensore dell’Atletico Platense, è il prescelto per rinforzare la batteria dei centrali, orfana di Matteo Gabbia e, probabilmente, di Mattia Caldara. Per conoscere meglio il giocatore la redazione di MilanLive.it ha contattato in esclusiva Carlo Pizzigoni, giornalista e protagonista de La Fiera del Calcio, uno dei canali sportivi più seguiti su Twitch, in diretta con tanti appuntamenti a partire da quello del lunedì mattina.

Carlo Pizzigoni racconta Marco Pellegrino: “Ha personalità e qualità”

Alla Fiera del Calcio siete stati i primi a sottolineare le prestazioni di Pellegrino. Che giocatore è?

“Ci aveva colpito per personalità, per il saper impostare con il suo sinistro naturale, per il suo ottimo controllo anche in corsa. Lo vedi anche nel giro palla, riesce ad essere creativo, sa imbucare, non ha paura di dribblare. Se lo metti come braccetto in una difesa a tre, è anche il tipo di difensore che accompagna l’azione per arrivare al cross. Ha tecnica, ama giocare la palla con quella capacità di attirare e scaricare. Non ha tanti minuti di calcio di alto livello e questo vuol dire che l’introduzione in squadra deve essere graduale ma questo non vuol dire aspettare un anno. Dopo un periodo di apprendistato può diventare davvero un giocatore molto interessante sia a quattro che a tre. Generoso, dinamico, ha temperamento, ha ottima intensità. E questo è buono per il calcio di Pioli. In Argentina non c’è quel culto della marcatura e quindi in questo deve migliorare, anche nel corpo a corpo. Ma dal punto di vista della garra non è dietro nessuno, così come dal punto di vista tecnico, è davvero una grande chiamata”.

Si parla anche di Koulierakis. Che differenze ci sono fra i due? 

“Koulierakis è un altro giocatore di questo genere. Il Paok fa un calcio evoluto. Lui è più alto, è veloce me non nel breve. Sa leggere le situazioni, è giovane, ha fatto un solo anno in prima squadra e quindi sta diventando giocatore. Ha già fatto esordio in Nazionale, la parabola è in costante ascesa”.

Qual è stato secondo te il miglior acquisto del Milan in questa sessione di mercato?

“Il mercato del Milan lo valuto positivamente. Quello che mi intriga di più è Chukwueze, è disiquilibrante per il campionato italiano. Lo è stato per quello spagnolo, che è evidentemente superiore al nostro, quindi perché non qui se si ambienta bene. Fai fatica a fermarlo nell’uno contro uno. Okafor è un jolly per tutte le situazioni e ci sta ma mi sarei aspettato una chiamata diversa che secondo me faranno. L’idea di prendere uno come Broja a me piace, perché è fisico ma di buona tecnica. A me piacerebbe, ma questo è un gusto mio, un giocatore più da area di rigore, tipo Marcos Leonardo, quindi uno diverso dagli altri giusto per fare un assortimento con giocatori diversi. Ma capisco la scelta di cercare un vice Giroud con un certo tipo di caratteristiche. Mi piace Reijnders, era sottotraccia, giocava in un sistema che lo privilegiava, sono curioso di vederlo soprattutto in fase di non possesso”.

Un mercato quasi rivoluzionario.

“Ma è importante per il Milan, in un momento di così forte cambiamento, riconoscere che deve esserci una forte identità di squadra. Giocatori identitari, iconici, devono rimanere e devono essere legati al territorio. Non dico italiani o non italiani, ma che siano simboli. Capisco la cessione di Tonali, ma lui era perfetto per fare da collante fra nuovi e vecchi. Il Milan non deve perdere di vista questa cosa qua. Non può e non deve diventare l’Udinese dei grandi; al limite deve diventare il Borussia Dortmund, quindi rimanere super competitivi, coi conti a posto. Sull’identità il Milan deve investire tanto perché ha perso Tonali e ha perso personaggi come Maldini e quello fa tanto, anche a livello internazionale. Non è facile sostituirli, Maldini è totalmente insostituibile. Ma bisogna curare molto questo aspetto. La storia del Milan è secolare e deve essere protetta e tramandata. C’è da dare molta importanza a questo aspetto. Il mercato mi piace molto, con la ciliegina dell’attaccante…“.

Impostazioni privacy