@ML – Giovanni Galli: “Il Milan deve ringraziare Pioli. Leao? Mi aspettavo di più”

Intervista esclusiva con l’ex portiere del Milan degli Immortali, Giovanni Galli. Dall’amarezza per il derby a Pioli e uno sguardo al futuro.

È un momento delicato per i tifosi del Milan e nuovi cambiamenti sono all’orizzonte. In mezzo a questo mare di incertezze abbiamo chiesto l’opinione ad un grande punto fermo del passato. Giovanni Galli, che ha difeso i pali della porta rossonera dal 1986 al 1990, ha detto la sua su molti temi caldi.

Giovanni Galli. (Milan live)
Giovanni Galli (Milan live)

Cosa deve imparare il Milan dall’umiliazione ricevuta lunedì? 

Dispiace aver perso il sesto derby consecutivo, soprattutto per chi ha vestito quella maglia è difficile da digerire, ma “umiliazione” è un termine che credo questi ragazzi non meritino. Quando vai in campo non lo fai per essere umiliato, trovi un avversario più forte, convinto e che vince le partite perché le merita di più. Bisogna lavorare per cercare di preparare al meglio la prossima stagione, oramai di derby per fortuna non ce ne sono più. 

L’umore dei tifosi però è quello di aver subito un’umiliazione.

È logico che ci sia rabbia e che la rabbia porti ad esasperare le valutazioni. Certo è stata una stagione di alti e bassi, partita con presupposti diversi. La Champions è stata sfortunata per il girone in cui il Milan è capitato, in Europa League si sarebbe potuto fare decisamente di più, in campionato a volte bene a volte male, non c’è stata continuità però siamo secondi in classifica. Uno può dire perché gli altri han fatto peggio, però mica si può pensare a che fanno gli altri, ognuno fa il suo percorso e qualche campione dovrebbe dare qualcosa di più, questo mi sento di dirlo. Bisogna essere presenti se non 90 minuti su 90 per 38 partite, perché ci possono essere delle pause, mi sembra che quest’anno per certi aspetti si sia esagerato. 

Deduco si riferisca a Leao.

Altri hanno avuto infortuni e non hanno dato continuità. Io ad esempio a inizio stagione puntavo tantissimo su Chukwueze, che si è ripreso soltanto da poco. Lui è un giocatore che deve fare la differenza per le sue caratteristiche, probabilmente aveva bisogno di più tempo per conoscere il nostro campionato, abituarsi agli allenamenti, ecc. però sono convinto che sia un bravo giocatore. Da Leao mi aspettavo di più, perché ha i colpi del fuoriclasse, dopodiché non è che siccome uno ha i colpi allora può far parte della categoria dei fuoriclasse. Per arrivare là bisogna fare molta strada e essere un riferimento costante per la squadra.

Chi sono i punti fermi dai quali deve ripartire la squadra e su quali big si può eventualmente riflettere?

Sto leggendo in questi giorni che ci sarebbero delle offerte per Maignan e Theo Hernandez, se non stanno bene al Milan è inutile tenerli, uno fa più cassa possibile e reinveste dove serve. L’abbiamo visto quest’estate, perché il Milan ha fatto una campagna acquisti mirata e ben fatta, con giocatori che magari al primo anno non hanno dato tutto quello che potevano dare, ma sono sicuramente calciatori di prospettiva. Il Milan però non può essere una bottega, il Milan deve essere una certezza, in cui chi arriva sa che se ha delle qualità e dei valori ci deve stare 10 anni.

L’uomo giusto per l’attacco

Oltre all’allenatore un’altra mossa da non fallire è quella del centravanti, Zirkzee può essere l’uomo giusto? 

Sì, è un giocatore che negli ultimi due anni ha trovato continuità e autostima portandolo a far vedere il suo valore, grazie anche a un allenatore che lo ha messo nelle condizioni migliori per potersi esprimere. A me aveva impressionato già due anni fa e non riuscivo a capire quali fossero i suoi limiti, se di carattere o concentrazione, ora è un giocatore molto importante che fa giocare bene la squadra, ma non è neanche quello che ti fa 25 gol a campionato.

Milan in pole per Joshua Zirkzee
Joshua Zirkzee (Ansa Foto) – Milanlive

Ecco, questo è il dilemma: meglio un attaccante gioca bene con la squadra o il bomber da 25 gol?

Non è facile trovare il bomber, basta vedere cos’è successo al Manchester City che ha il bomber da 50 gol a stagione e nelle due partite più importanti non ha toccato palla. Io preferisco avere un attaccante che mi garantisce un numero di gol, magari non tra i 12 e i 13 come sta facendo Zirkzee in questo momento, ma soprattutto che mi aiuta i Pulisic, i Loftus-Cheek, i Chuckwueze e Leao stesso a farne 10 a testa. Così li hai ridistribuiti, anziché averne uno ne hai tanti. Perché nel calcio, secondo me, le squadre giocano bene se hanno gli attaccanti che le fanno giocare bene. Se te hai una punta che fa giocare bene la squadra è tutto più facilitato. Guarda Scamacca adesso, tutti parlano di lui, ma l’evoluzione che ha avuto negli ultimi 3 mesi è stata quella di essere un regista avanzato. Giocano su di lui, lui riesce a tenere perché ha fisico e smista sugli esterni per poi andare a concludere. Fa 10 gol? 12 o 15 gol? Non me ne fa 30? Non mi interessa, però ne fa fare 12 a Lookman, 10 a Koopmeiners, se fa fare gol a tutti a me cosa importa se lui ne fa 13? Questo è il discorso di come intendo io il calcio. Guarda pure Zirkzee, però Saelemaekers si è messo a fare gol, Orsolini fa gol, Ferguson ha fatto vari gol, anche Fabbian ha fatto qualche gol… se fa segnare gli altri va bene. 

L’uomo giusto per la panchina

La scelta del centravanti quanto dipenderà dalla prossima guida tecnica? 

Le direttive e la strada maestra deve essere data dalla società. Se la società ad esempio decide che si deve giocare col 4-3-3 allora compreranno giocatori per quel modulo, se poi c’è un fenomeno che esula da un contesto di modulo allora è un altro discorso. I grandi successi sono dati dai giocatori funzionali al gioco dell’allenatore. Inzaghi è 3 anni che è all’Inter e ha costruito la squadra per il 3-5-2.

3-5-2 che era stato ereditato da Conte…

Bravissimo. È questa la forza della società, prendere un allenatore che ha la stessa filosofia. Non si può cambiare l’allenatore per poi dover cambiare anche 7 giocatori perché magari non sono funzionali.

Quindi se tanto mi dà tanto dovrebbe essere Motta la prima scelta del Milan?

Non lo so, perché non posso sapere chi resta, chi parte, per chi magari arriva un’offerta da più di 100 milioni. L’impronta alla squadra però deve darla la società, prendere l’allenatore che sviluppa quell’idea di gioco e i calciatori funzionali per quel tipo di calcio. 

Quanto ci vorrà al Milan per colmare il gap con l’Inter?

Il calcio di oggi non è così impossibile. Logico che se prendi un allenatore che ha concetti completamente diversi qualche partita all’inizio si può perdere. L’importante è che uno ci creda e si possa permettere di perdere quelle partite in funzione di un obiettivo da raggiungere in uno o due anni. Sarri al Napoli non ha vinto nulla, ma ha lasciato un’impronta e quando è arrivato le prime 5 partite le ha perse tutte. Nel primo anno alla Fiorentina Italiano ha fatto 16 partite, 8 vinte e 8 perse, però ha cambiato la filosofia di calcio dei Viola. Prima erano una squadra che con Iachini si chiudeva in area di rigore, ora prende i contropiede al 90’ in finale di Conference League. Quell’approccio però ti ha portato a disputare quella finale.

Il bilancio su Stefano Pioli

Stefano Pioli (LaPresse)

Quello che appare ormai certo è che l’avventura di Pioli sulla panchina rossonera si concluderà al termine della stagione, che bilancio complessivo dà?

A parte il fatto che sono suo amico e per me è difficile essere imparziale… aldilà dello spessore dell’uomo è un tecnico che in questi anni ha sempre tenuto a galla la barca. Ha vinto lo Scudetto, arrivato in semifinale di Champions, ha valorizzato tanti giocatori, è secondo anche quest’anno dietro a un’Inter che nessuno riesce a fermare, non soltanto il Milan, non la ferma nessuno. Quindi di cosa stiamo parlando? Mi sembra veramente assurdo. Poi se uno dice di volere un’allenatore come Klopp, o Guardiola, uno che dà un’impronta alla squadra è un conto. La grandezza di Pioli è quella di mettere i giocatori nella zona di campo dove rendono al massimo e questo credo sia un grande valore. Chi arriverà dopo non lo so, ma penso che il lavoro di Pioli sia stato ottimo.

Il suo ciclo quindi può considerarsi arrivato a fine corsa, oppure paga per colpe non sue?

Lui paga tanto perché già quando è arrivato al Milan sembrava fosse una seconda scelta e tutto ciò che ha fatto se l’è conquistato. Quindi va via a testa alta e con l’onore delle armi, se poi c’è qualcuno che preferiva un altro va bene, ma io sfido chi dice che con un altro allenatore avrebbero ottenuto gli stessi risultati o migliori, perché nei momenti difficili è riuscito sempre a mantenere la calma e la barca con la barra dritta. Penso che il Milan debba tanto a questo allenatore. 

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