Lopetegui come Rangnick e Conte al Milan: “Solo pregiudizi”

Le dichiarazioni del giornalista fanno un po’ di chiarezza sul futuro della panchina del Milan. Lopetegui può fare la fine di Rangnick

Interessanti editoriale di Franco Ordine, che su Il Giornale, prova a fare il punto della situazione in casa Milan. Il focus è chiaramente sull’allenatore.

Lopetegui come Rangnick e Conte al Milan: "Non chiede acquisti costosi né contratto faraonico"
Lopetegui come Rangnick e Conte al Milan: “Non chiede acquisti costosi né contratto faraonico” (LaPresse) – MilanLive.it

Il noto giornalista paragona di fatto Lopetegui a Rangnick, sottolineando come lo spagnolo possa fare la fine del tedesco, che ha perso la corsa alla panchina del Milan solo al rettilineo finale.

Sembra poter capitare lo stesso con l’ex Wolves che i tifosi hanno bocciato pesantemente. Una bocciatura, che non è passata inosservata a Casa Milan, che sta dunque guardando altrove. Le sorprese sono dietro l’angolo e nulla può essere escluso.

Ad oggi però appare alquanto complicato che il Milan possa decidere di puntare su Antonio Conte. Non sarebbe in lista così come Roberto De Zerbi.

Lopetegui come Rangnick e Conte al Milan: "Non chiede acquisti costosi né contratto faraonico"
Lopetegui come Rangnick e Conte al Milan: “narrazione ostile” (LaPresse) – MilanLive.it

Il no al pugliese sarebbe dettato da una narrazione alquanto ostile, figlia di uno strumentale pregiudizio. Quale? Beh, quella secondo cui Conte vorrebbe preparare una lista onerosa di acquisti – scrive Franco Ordine – . E ancora: quella secondo cui al primo mancato risultato rivolgerebbe al club la responsabilità mentre si iscriverebbe soltanto i meriti in caso di successo. Sono luoghi comuni. Smentiti dallo stesso interessato che qualche tempo fa ha riferito a un amico la sua autentica linea guida («ho bisogno di emozionarmi») e il suo profondo rispetto per Stefano Pioli al quale spedì le congratulazioni per lo scudetto, tra i primi”.

La verità su Conte

“Il pensiero di Antonio Conte, sul tema, è molto semplice: non chiede né contratti faraonici né acquisti costosi – prosegue Ordine -. Nel passato storico del Milan è vero che il ciclo berlusconiano fu aperto dalla scoperta di due allenatori definiti dalla stampa dell’epoca i signor nessuno, e cioè prima Arrigo Sacchi e poi Fabio Capello ma è altrettanto vero che quel tipo di scelta fu adottata da un club di grande personalità ed esperienza (con Galliani e Braida in sede) che riconosceva al suo presidente Silvio Berlusconi il tocco magico poi puntualmente confermato dai risultati in campo”.

Serve dunque un allenatore forte, che possa dare un chiaro segnale alle avversarie in Italia e in Europa. L’arrivo di Antonio Conte lo sarebbe di certo: “Qui, a Cardinale e in particolare a Ibra che è al debutto nella veste di capo area tecnica, questa statura non viene riconosciuta. Per questo è già successo e può succedere ancora che ad aprile Lopetegui si senta tecnico del Milan e che a giugno venga accolto a Milanello un altro. Non Pioli, il quale comunque avrebbe dalla sua, l’appoggio incondizionato dello spogliatoio”.

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