@ML – Vincenzo Sarno: “De Zerbi mi ha cambiato la vita, la Premier è il suo calcio. In Italia mentalità arretrata”

La redazione di Milanlive.it ha intervistato Vincenzo Sarno, ex giocatore di Roberto De Zerbi ai tempi del Foggia.

Il Milan è alla ricerca di un nuovo allenatore per il post Stefano Pioli. Saltata la pista Julen Lopetegui, con il quale c’erano dialoghi avviati da tanto tempo, la società rossonera ha avviato nuove riflessioni e valutazioni. La più forte in questo momento sembra essere la pista che porta a Sergio Conceicao, ma la sensazione è che dietro l’angolo potrebbe nascondersi qualche colpo di scena.

Intervista a Vincenzo Sarno su De Zerbi
Vincenzo Sarno – MilanLie.it

Uno dei nomi fatti in questi giorni è quello di Roberto De Zerbi con il quale però non c’è ancora stato alcun contatto diretto. L’attuale tecnico del Brighton è uno degli allenatori più influenti al mondo, sia per le sue idee di gioco e sia per le qualità umane e di rapporti. Nel corso della sua carriera ha stretto legami indissolubili, che vanno oltre il calcio, come ad esempio quello con Vincenzo Sarno, talentuoso esterno che ha condiviso con Roberto un’incredibile esperienza al Foggia. Intervistato da MilanLive.it, Sarno ci ha parlato di De Zerbi a 360° e del loro rapporto (che, spoiler, lo ha addirittura portato a tatuarsi le iniziali dell’allenatore).

Sarno e il tatuaggio per De Zerbi

Intervisa a Sarno
Dichiarazioni di Vincenzo Sarno su Roberto De Zerbi (LaPresse) – Milanlive.it

Ci puoi svelare perché Roberto De Zerbi è così speciale per te?

“Abbiamo un rapporto che va oltre il calcio. Lui è innanzitutto il mio fratello maggiore. Con lui mi confido su tutto. Lui è come lo vedi: è sia leale che di cuore. Il nostro rapporto è nato a Foggia, ma poi si è incrementato negli anni”. 

Tu ed Antonio Vacca vi siete tatuati le sue iniziali, ci puoi svelare la reazione del mister? 

“Sì, ci siamo fatti questo tatuaggio quando è andato via da Foggia. Abbiamo preso questa decisione perché lui ci ha cambiato la vita sia a livello calcistico che a livello umano. Abbiamo un rapporto che va oltre ogni cosa. A volte mi fa delle videochiamate e mi chiede di mostrargli il tatuaggio. Lui è fiero di questa cosa”. 

Come l’hai trovato quando sei andato a trovarlo a Brighton? 

“Sì, ci vado spesso. L’ho visto veramente bene. Ha trovato una sua serenità, ma fino ad un certo punto. Lui, infatti, è malato, ossessionato per il calcio. In Inghilterra sta bene, lì c’è un’altra cultura, è il suo calcio quello”. 

Tu e Vacca siete l’esempio più lampante dell’abilità di De Zerbi di saper instaurare un rapporto diretto con i suoi calciatori. Cosa ci puoi dire a riguardo?

“Assolutamente, apparte il genio, la sua forza è proprio quella di essere un uomo leale e di saper costruire dei rapporti sinceri”. 

Come ti spieghi il fatto che sia dovuto andare al Brighton per fare il grande salto? E’ un peccato che non alleni una big?

Perché in Italia vogliono tutto e subito: abbiamo una mentalità arretrata. Non si dà il tempo di lavorare, si fanno scappare tantissimi profili validi. Ci siamo fatti scappare uno dei migliori allenatori al mondo. Allenare una big? Non è detto che giorno alleni una squadra top”. 

In un’intervista di qualche anno fa hai raccontato che il calcio ti fece perdere la serenità, ma De Zerbi ha saputo ridartela? 

“Lui mi ha ridato l’amore che ho sempre provato per il calcio. Non mi divertivo più, ma De Zerbi mi ridato: grazie a lui sono rinato”.

Impostazioni privacy