Lo ha detto in diretta, Eriksson strappalacrime: tifosi commossi

Sven-Goran Eriksson ha scritto la storia del calcio italiano, e non solo: i tifosi sono commossi dopo le sue ultime dichiarazioni strappalacrime

Ci sono pochi allenatori ad aver eguagliato il mito di Sven-Goran Eriksson, un tecnico capace di guidare le sue squadre verso successi storiche e che, in quarant’anni di carriera meravigliosi, ha una bacheca straordinaria e ben nutrita. Basta citare uno dei suoi record storici per capire la sua grandezza.

Le parole strappalacrime di Eriksson tra malattia e Lazio
Sven-Goran Eriksson ha lasciato un segno indelebile alla Lazio e nel mondo del calcio (LaPresse) – milanlive.it

Infatti, è l’unico ad aver centrato il double, cioè la vittoria del campionato e della coppa federale nello stesso anno, in tre paesi diversi: Svezia, Portogallo e Italia. Dopo essersi seduto sulla panchina di Roma e Fiorentina, è tornato alla Sampdoria e poi alla Lazio in Italia, dove è riuscito a conquistare Coppa delle Coppe, Supercoppa UEFA e soprattutto lo scudetto del 2000, per un totale di cinque campionati vinti in carriera.

Ora non è più giovanissimo e deve fare i conti con una brutta malattia, ma ogni volta che si fa sentire ai microfoni di qualsiasi emittente non fa altro che mostrare la sua gioia per la sua vita e il percorso compiuto. I tifosi gli restituiscono tutto l’amore che possono e un affetto totalmente meritato, semplicemente commovente.

Eriksson dalla Lazio alla malattia: “Mi svegliavo felice ogni mattina”

Nel corso di una lunga intervista in diretta ai microfoni di ‘Tvplay’, l’allenatore ha raccontato la sua malattia e come si sente oggi: “Ho voluto rendere pubblico il tutto per evitare le speculazioni. Voglio vivere ancora a lungo. Il sostegno del mondo del calcio è bellissimo. Mi piace tantissimo sentire l’affetto dei calciatori che ho allenato e ricontrare i tifosi”.

Le parole strappalacrime di Eriksson tra malattia e Lazio
Eriksson ha parlato della sua malattia e della voglia di vivere (LaPresse) – milanlive.it

E quando può, non fa mancare la sua vicinanza al mondo Lazio. Ha svelato, infatti, che sarà presente a Lazio-Sassuolo nell’ultima partita della stagione, se potrà, e ha aggiunto che “Quando allenavo i biancocelesti mi svegliavo ogni mattina felice di andare a lavorare”. Dopo aver esaltato Simone Inzaghi e Jurgen Klopp, non poteva ricordare il gruppo che ha trovato a Roma e a cui ancora oggi è molto legato.

Nella mia Lazio erano tutti campioni. Tutti accettavano le mie scelte, eravamo uno squadrone e poche cose non andavano bene. Forse dovevamo vincere qualche trofeo in più, come per esempio lo Scudetto 1998-99″, ha concluso. E tutta la gioia che ha regalato emoziona, a distanza di più di vent’anni tutti i tifosi, che hanno avuto modo di conoscerlo e farlo entrare nei loro cuori.

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