La storia di Michele Criscitiello e di come in dieci anni ha regalato una svolta a Sportitalia, la tv di riferimento per il calciomercato
Se il calciomercato ha assunto così tanta rilevanza a livello mediatico il merito è anche, e forse soprattutto, di Michele Criscitiello. Da tantissimo tempo ormai la sua Sportitalia è un punto di riferimento per tutti gli appassionati di calcio e, in particolare, di calciomercato. E tutto gratis, disponibile per chiunque e in qualsiasi momento.
Dalle televisioni locali di Avellino alla grande Milano, da giovane giornalista a imprenditore ma Criscitiello è anche molto altro. Ad esempio, è anche presidente di una squadra di calcio, la Folgore Caratese, che lui sogna di portare nel calcio professionistico perché “Per tanti anni ho visto i giornalisti, me compreso, davanti alla telecamera dire che quell’allenatore era scarso e quel presidente incapace. Dal canto mio voglio dimostrare che io giudico ma al contempo mi metto in gioco“. E adesso, lo straordinario progetto Sportitalia Village, che è già realtà da un po’ di tempo ma che punta a diventare ancora più grande, punto di riferimento per tutti. Il giornalista si è raccontato in un’intervista di Calcio&Finanza e il suo percorso può diventare un esempio per tanti ragazzi.
Criscitiello si racconta: dalle tv locali al Sportitalia Village
Il suo legame con Sportitalia è nato quasi per caso: “Mi chiama la segreteria di Bruno Bogarelli dicendomi che avrebbe voluto incontrarmi l’indomani mattina alle 7:45 a Milano. Mi faccio comprare il biglietto aereo dai miei genitori e la mattina alle 6 sono a Linate in perfetto orario“, poi la scoperta…
“Lui intendeva fissare un colloquio telefonico, non di persona“. Così è iniziata, e da lì le prime trasmissioni sul mercato: prima di solo un’ora, poi di mezza giornata. E parlando di tutte le squadre: dalla Serie A alla Serie C, nessuna esclusa. Ed è questo che ha subito reso speciale il suo racconto del calciomercato. Nel frattempo però la società che deteneva Sportitalia fallisce nel 2013 ma la televisione va avanti, lui nel frattempo rifiuta Sky Sport e con Mediaset va male, si propone ad Urbano Cairo ma ormai per tutto è il volto di Sportitalia. E qui arriva la svolta: “GM Comunicazione acquista l’LCN 60 su cui torna a trasmettere Sportitalia“.
Egidio Viggiani, responsabile affari e finanza del gruppo di Tarak Ben Ammar, parla con Ben Ammar e gli spiega che il problema di Sportitalia è bilancistico, che è un costo per 10 milioni di euro e gli propone di affidarla a me, tanto ‘peggio di così non può andare'”. Così accetta e rimette in piedi la tv, che nel giro di poco tempo passa col bilancio in pareggio e poi in utile. “La mia proposta viene accettata, diventiamo soci e a zero euro acquisto il 50% di tutti i marchi Sportitalia, così la televisione va avanti e cresce. Qualche tempo dopo, in pieno periodo Covid, tra il 2020 e il 2021, Ben Ammar decide di uscire e avvia un dialogo con Cairo: io esercito il diritto di prelazione, acquisto la quota di Ben Ammar e divento proprietario al 100% di Sportitalia“.
Si arriva poi ad oggi con l’investimento da 3 milioni di euro per lo Sportitalia Village: “Avevo messo gli occhi da tempo sul centro sportivo: una grande area a disposizione che non esprimeva il suo vero potenziale. Da tempo pensavo che la nuova casa di Sportitalia non si sarebbe dotata dei classici uffici, belli ma asettici; io volevo una televisione con un centro sportivo, per fare calcio e aggregazione, favorire la pratica sportiva e dare vita a un progetto molto bello per le persone e il territorio.
Ad oggi abbiamo oltre 600 bambini tesserati, il weekend è un fiume in piena di persone che girano negli spazi che ho costruito o rinnovato“. E a breve è li che si sposteranno anche gli Studios della tv, compresi gli uffici.
Da giornalista ad imprenditore quindi, con un unico e grande punto di riferimento che i tifosi del Milan conoscono più di chiunque altro: “Se parliamo di televisione e di calcio e parliamo di chi è stato capace di togliersi grandi soddisfazioni in entrambi gli ambiti, c’è solo un riferimento (Silvio Berlusconi N.d.R.). Ha fatto la storia della televisione e ha fatto la storia del calcio e, al di là di ogni considerazione fatta negli anni, è stato premiato dai risultati: trofei e telespettatori. Per me è stato un grande, l’unico step che non condivido – e che io non farei mai – è la politica. Lui forse doveva, forse voleva, non saprei. Io so che chi si mette in politica sancisce la morte della sua vita imprenditoriale”.