L’annuncio sulla squalifica di Sinner è devastante: le parole che non ti aspetti, cosa è successo e tutti i dettagli

Per Jannik Sinner la luce in fondo al tunnel è sempre più palese. Siamo entrati ormai nella fase finale della squalifica di tre mesi patteggiata con la WADA in seguito al caso Clostebol: per metà aprile era atteso il verdetto del TAS di Losanna e c’erano prospettive piuttosto ombrose, da qui la scelta, condivisa dagli avvocati, di arrivare ad un accordo e ad un compromesso necessario per chiudere questa lunga e angosciante vicenda con il male minore. Sinner ha saltato tornei importanti ma nel frattempo non ha perso il primo posto del Ranking: niente da fare per Zverev e Alcaraz, gli unici che avrebbero potuto raggiungerlo.
Jannik tornerà in campo molto presto: come annunciato da Binaghi, presidente della Federazione Tennis e Padel, parteciperà agli Internazionali d’Italia del prossimo 6 maggio a Roma. Finalmente lo rivedremo in campo quindi, ma le polemiche intorno alla squalifica non smetteranno. Così come l’altoatesino non dimenticherà facilmente i mesi difficili affrontati (e, nonostante questo, è riuscito comunque a tenere sempre alto il rendimento).
Squalifica Sinner, il racconto di Vagnozzi è da brividi
Intervistato da Repubblica, Simone Vagnozzi, coach di Sinner, ha rilasciato una lunga intervista durante la quale ha toccato diversi importanti temi. Dal suo rapporto con Jannik, col quale condivide non solo aspetti professionali ma anche di vita (ma non troppo) alla ricerca del successore di Cahill, che non è ancora conclusa. Ma il passaggio cruciale della chiacchierata è, ovviamente, in merito alla vicenda Clostebol.

Vagnozzi ha ricordato il momento in cui è arrivata la notizia della positività alla sostanza: “È stata uno shock. Dopo aver ricostruito ciò che è accaduto ho detto a Jannik che dovevamo andare in giro a testa alta. Non aveva fatto nulla di sbagliato, chi ha letto i documenti lo sa. Non auguro a nessuno di vivere una situazione del genere”, ha esordito il coach, che ha vissuto direttamente la vicenda.
Per quanto sia stato difficile accettare una squalifica di tre mesi, il distacco ha anche dei lati positivi, come racconta lo stesso allenatore: “Staccarci dal tennis per un po’ di settimane non ci ha fatto male. Il circuito è una giostra che continua ad andare, ci sono poche pause. Quando sei in cima ti viene richiesto il 100 per cento ogni settimana“. Nel corso di questo periodo, Jannik ha potuto riposarsi, recuperare energie e anche lavorare su alcuni aspetti che una stagione normale non ti consente di fare.