E’ il momento delle critiche per il Milan dopo la sconfitta contro il Bologna, in finale di Coppa Italia: immancabili le parole del politico
Saranno giorni intensi e complicati per il Milan di Sergio Conceicao. Dopo il ko contro il Bologna, inevitabilmente, è arrivato il momento delle critiche feroci. I tifosi e i giornalisti non possono davvero salvare nessuno per quanto fatto in questa stagione alquanto terribile.
Il Diavolo chiuderà fuori dalla zona Champions League, salvo miracoli ai quali non crede proprio nessuno, e con un ambiente in cui si respira un’aria pesante. Ripartire così sarà praticamente impossibile. C’è dunque preoccupazione tra i tifosi.
Anche Matteo Salvini ha manifestato tutta la sua preoccupazione per la squadra per la quale fa il tifo: “C’era più anima in B ai tempi di Giussy Farina, oggi in campo s’è vista la pochezza che c’è in dirigenza”. Ha affermato il ministro dei Trasporti ai microfoni di TeleLombardia.
“Ha vinto chi aveva più fame e chi ha una società alle spalle. Il Bologna ha meritato, per loro era La coppa. L’avessimo vinta noi qualcuno ci avrebbe rifilato che questa è stata una stagione soddisfacente con due trofei: con l’Inter in finale di Champions sarebbe stata una presa in giro. Da tifoso, però, ovviamente ci speravo nella vittoria. Arbitro? Mi è sembrato quello che è, 6 minuti di recupero sono indegni”
Milan, caccia al colpevole: la versione di Salvini

E’ caccia al colpevole in casa Milan: “Conceiçao? Il problema non è l’allenatore: chi l’ha scelto? E quello di prima? E la panchina che abbiamo? Mi sono fatto l’idea che ci sia più interesse al merchandising, ai giubotti in stile college americano, alle sfilate e ai profumi che non alla fatica e al sudore sul campo”.
Poi Salvini aggiunge: “E il casting per il d.s. che fine ha fatto? La verità è che ci hanno tolto la poesia di esultare, questo non è il Milan, il Milan non è questa roba amorfa”. Infine il colpevole il politico sembra proprio trovarlo:
“È giunto il momento che i tifosi facciano educatamente presente che questo non è il Milan. Furlani? Ma il problema non è neanche lui, o Moncada, o Scaroni: è tutto l’assortimento. Da quanti mesi il proprietario non viene in Italia? Ma è normale? A lui forse va bene così, ma al popolo rossonero no”.