Giovanni Branchini, agente di Massimiliano Allegri, lancia un messaggio piuttosto chiaro alla società. Ecco le sue dichiarazioni
Il Milan riparte da Massimiliano Allegri. Dopo una stagione da dimenticare, una delle peggiori della storia rossonera, la società ha deciso di affidarsi ad un tecnico che, in un modo o nell’altro, nei primi quattro posti della classifica ci arriva. Una scelta facile, priva di coraggio, anacronistica: l’ultimo ciclo di tre anni alla Juventus è stato un totale disastro, per la proposta di gioco ma anche per la mancata valorizzazione dei giocatori, per finire ad una comunicazione che ha lasciato parecchio a desiderare.
Difficile che in quest’anno sabbatico abbia cambiato il suo metodo: Allegri è quello che da anni porta avanti l’idea che il calcio è semplice mentre la realtà dice esattamente il contrario. Non ci resta che attendere per capire se nel suo lavoro sarà cambiato qualcosa o meno. Il suo arrivo al Milan è sorprendente perché nei mesi scorsi era stato accostato con forza ad altre squadre: alla Roma prima e poi soprattutto al Napoli in caso di addio ad Antonio Conte, ma Igli Tare ha bruciato i tempi ed è andato con forza su di lui. Di questo affare ha parlato il suo agente, Giovanni Branchini, intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io lo Sport.
Allegri-Milan, il messaggio dell’agente
Nel corso dell’intervista, l’agente di Allegri è stato piuttosto chiaro su quello che dovrà essere il lavoro della società per permettere all’allenatore di fare bene. Ma in primis c’è qualcuno che è preoccupato per il rapporto con Ibrahimovic, col quale non si è lasciato benissimo più di dieci anni fa: “Non sono preoccupato. Nell’organigramma del Milan non mi risulta che risulti il nome di Ibrahimovic con un ruolo specifico. Ibra è un consulente di Redbird”.

Bianchini è certo che Allegri è la persona giusta per riportare al Milan unità d’intenti: “Al Milan tutti si sono resi conto che c’è bisogno di univocità, di intesa, di un qualcosa che negli ultimi mesi è mancato. Non sono così preoccupato, mi auguro che la società abbia fatto questa scelta sapendo che, oltre a cambiare qualche pedina, bisogna cambiare alcuni approcci nei confronti dei calciatori e dell’ambiente“. Per l’agente quindi non è soltanto una questione di mercato ma anche di approccio, un messaggio chiaro e diretto che, ancor prima di iniziare, toglie già responsabilità all’allenatore e riversa tutto sulla società.