L’ex portiere del Milan è stato omaggiato da un giovanissimo collega: le parole arrivano inaspettatamente, cosa è successo

Christian Abbiati è stato uno dei portieri più importanti della storia del Milan, recente e non solo. Era in porta da titolare con Massimiliano Allegri quando, nel 2011, i rossoneri conquistarono il loro 18esimo Scudetto. Ma era in campo anche nel tricolore 1999 e fu anche protagonista con la parata salva titolo a Perugia su Bucchi. Tutti però ricordano con ancor più emozione e affetto quell’incredibile e miracoloso intervento su Kallon in semifinale di Champions League nell’Euroderby: una parata che diede ai rossoneri la possibilità di vincere poi il titolo contro la Juventus a Manchester pochi giorni dopo (ma in campo c’era Dida).
Abbiati, per breve tempo, è stato anche un dirigente rossonero: Massimiliano Mirabelli e Marco Fassone, dopo aver preso il controllo dell’area sportiva rossonera con l’acquisizione del club da parte di Yonghong Lì, lo scelsero per il ruolo di team manager da affiancare a Montella prima e Gattuso poi. Esperienza però che durò soltanto un anno.
Omaggio ad Abbiati da brividi, i dettagli
L’ex portiere è stato fondamentale anche per i primi passi di Gianluigi Donnarumma. Christian è da sempre e per sempre un grande tifoso milanista. Di recente ha detto: “Quando guardo il Milan fumo tante Sigarette e sono nervoso. Io non vado allo stadio. Una volta allo stadio nei primi anni ho spaccato il televisore davanti, mi innervosisco, non perché non giocano bene, ma perché sono in tensione, non riesco. Ce l’ho dentro proprio. Un ultras? Sì, proprio così“, insomma, milanista dentro.

Abbiati, pur non essendo mai stato il miglior portiere al mondo, è stato un elemento fondamentale e imprescindibile per la storia rossonera come abbiamo appena visto. I tifosi lo ricordano con grande affetto e gioia e a quanto pare c’è anche qualche giovane collega che lo ha come punto di riferimento. E’ il caso di Matej Kovar, portiere un classe 2000, appena passato al Bayer Leverkusen dal PSV. Non essendo disponibili né il numero 1 e né il 17, usati in Olanda, ha scelto di prendere proprio il 32, lo stesso che indossava Abbiati: “Ricordo che Christian Abbiati una volta giocava con il 32 sulla schiena», ha ammesso il portiere. «Quel numero di maglia mi ha sempre trasmesso un senso di solidità e affidabilità”. Una bellissima dedica per un calciatore mai sotto i riflettori eppure decisivo per i successi della nostra e della sua squadra del cuore.