Sabadini: “Il dopo Seedorf? Spalletti o Donadoni. Basta con allenatori amici dei giocatori”

Clarence Seedorf
Clarence Seedorf

Intervistato dai microfoni del sito internet Tuttomercatoweb.com, Giuseppe Sabadini ex giocatore rossonero, ha detto la sua sulla difficile stagione del Milan e sulla conseguente mancata qualificazione alle prossime coppe europee: “Per me era difficilissimo che il Milan si qualificasse, c’erano troppe squadre coinvolte. Quest’anno hanno commesso tutti tantissimi errori, dalla società all’ambiente ai giocatori e agli allenatori. È stato negativo il comportamento di tutti. Seedorf ha fatto molti punti da quando è arrivato, però secondo me doveva fare più esperienza altrove prima di essere catapultato al Milan“.

Lei Seedorf lo confermerebbe o sarebbe meglio puntare su un tecnico esperto?
“Se dovesse venire Spalletti, che è uno di quelli che a me piace così come Donadoni, bisognerebbe investire parecchio perché soprattutto Spalletti pretenderebbe degli acquisti. Tuttavia su Seedorf e Inzaghi ho delle riserve, non sono d’accordo nel puntare su allenatori che sono amici dei calciatori. È il problema che ha avuto Seedorf quest’anno e che avrebbe anche Inzaghi. È una cosa che ho provato sulla mia pelle nelle mie esperienze di allenatore, quando ho avuto in squadra giocatori con cui avevo giocato non era mai facile lasciarli fuori. Se succedeva spesso c’erano musi lunghi nello spogliatoio, finisce sempre che una parte sta con te e una contro di te. Secondo me non va bene questo, basta con gli allenatori amici dei calciatori. L’allenatore deve fare il proprio lavoro senza interferenze, deve essere una figura al di sopra delle parti. Ai miei tempi c’erano dei regolamenti che al Milan non ci sono più, ormai ognuno fa quello che vuole. Noi al giovedì se uscivamo veniva Rocco e ci attaccava al muro se sgarravamo”.

Cosa manca a questa squadra per il salto di qualità?
“La rosa è da rifare integralmente. Il Milan deve cambiare parecchio: serve qualcosa in difesa, un nuovo portiere, ci vuole un centrocampista veramente da Milan. L’alternativa è ripartire per un paio d’anni con un progetto basato sui giovani. Ad esempio il Milan ha Cristante, se giocasse con continuità può essere un Nazionale tra due anni, ma al Milan difficilmente i giovani ottengono occasioni oppure vengono fatti giocare fuori ruolo. Poi vanno via come Aubemeyang e fanno i numeri all’estero. non trovano spazio”.

Redazione Milanlive.it

 

Impostazioni privacy