Milan, Inzaghi è salvo: ecco i motivi del mancato esonero

Pippo Inzaghi (Getty Images)
Pippo Inzaghi (Getty Images)

Cristian Brocchi è rimasto in allerta fino a metà del pomeriggio di ieri, forse anche sognando un esordio da allenatore di prima squadra in Serie A già domenica sera al San Paolo, poi gli è stato dato il via libera per continuare il proprio percorso con l’ottima Primavera rossonera, che sta nel complesso facendo piuttosto bene in vista delle finali playoff. L’ha spuntata ancora una volta Filippo Inzaghi, che è stato ad un passo dall’esonero dopo l’1-3 indecente subito mercoledì in casa dal Genoa.

 

Una decisione presa con fatica ma con grande consapevolezza dal Milan, che nel bel mezzo delle trattative per il cambio di proprietà e degli incontri con i vertici di Fininvest e Mediaset, ha scelto di confermare fino a fine stagione il giovane tecnico. Inzaghi si sentiva con un piede nella fossa, parlando così ieri ai suoi calciatori prima dell’allenamento mattutino: “Non so se sarà ancora io l’allenatore, ma voi avete l’obbligo di finire bene la stagione, di onorare questa maglia“.

 

I motivi del non-esonero sono presto detti: secondo la Gazzetta dello Sport sia Berlusconi che Galliani hanno concordato sul dare le colpe più ai calciatori che allo stesso Inzaghi, il quale non è di certo andato in campo nelle ultime due amare sconfitte. Poi la considerazione che ad oggi neanche prendendo un Mourinho o un Guardiola in panchina cambierebbe l’ormai insulso finale di stagione del Milan. Infine la consapevolezza che, piazzando Brocchi in panchina, il club avrebbe rischiato di bruciare un altro giovane allenatore, come già fatto con Pippo quest’anno. Avanti con Inzaghi dunque, ma solo per salvare la faccia: a fine anno sarà addio, e non solo per lui.

 

Redazione MilanLive.it

 

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