Milan, i retroscena dell’affare cinese: da Galatioto al sì di Berlusconi

Silvio Berlusconi
Silvio Berlusconi (©Getty Images)

MILAN NEWS – Una storia ricca di colpi di scena, durata due anni e mezzo, svariati numeri di investitori possibili, almeno quattro advisor chiamati in causa. La cessione delle quote Milan alla ormai chiacchieratissima cordata cinese è stata una delle telenovele più controverse del mondo del calcio italiano. Soprattutto perché ha riguardato l’addio di Silvio Berlusconi, non ancora sottoscritto ma che a breve sarà ufficializzato, dopo trent’anni di regno rossonero.

Il Corriere dello Sport ha rivelato tutti i retroscena degli ultimi due anni e mezzo sull’asse MilanoPechino. Inizia tutto nell’ottobre 2014, quando la banca d’affari Lazard riceve da Fininvest l’incarico di trovare compratori. La notizia arriva alle orecchie di Sal Galatioto, noto advisor italo-americano, subito incaricato da un gruppo cinese di trattare per le quote del Milan. A muoversi è la società Jie An De di Yonghong Li.

Tutto sembra procedere con ottimi segnali, quando improvvisamente spunta un ex lavapiatti thailandese, Bee Taechaubol, divenuto broker. Silvio Berlusconi viene ‘rapito’ dalle promesse di Mr.Bee e cede alle sue lusinghe, fino alla scorsa estate sembra che l’accordo per una parte delle quote di minoranza sia imminente. Il 1° agosto 2015 i due firmano anche un patto vincolante per il passaggio di proprietà del 48% delle azioni (valutato 480 milioni). Closing previsto per fine settembre.

Dopo i continui rinvii, a gennaio 2016 l’affare con Bee decade rapidamente. E stato un enorme bluff finanziario, e tornano alla carica i cinesi. Siamo ad aprile, quando Galatioto viene incaricato nuovamente dalla Jien An De di Yonghong Li e ritenta la scalata. Nella trattativa l’advisor italo-americano coinvolge il suo ‘delfino’ Nicholas Gancikoff, mossa che risulterà tutt’altro che vincente. Il giovane manager entra in scena anche grazie a Steven Zheng, l’uomo in contatto con Yonghong Li che fa parte dei potenziali investitori con Sonny Wu e la GSR Capital. Zheng presenta Gancikoff e parte la nuova scalata. Sono giorni, settimane, mesi interminabili. Gancikoff conquista la fiducia di compratori e venditori e strappa l’esclusiva. E’ maggio 2016 e in questo momento si parla della cessione del 70% delle quote immediatamente e il 30% in due anni.

A giugno, però, Silvio Berlusconi si opera il 14 giugno e il giorno seguente scade l’esclusiva. Però le parti decidono di proseguire nella trattativa. Fininvest intanto chiede a Galatioto di prendere l’80% del Milan, alzando così l’asticella. Il 5 luglio il presidente rossonero essere dal San Raffaele e annuncia che: “E’ avviato il percorso verso la cessione del club ai cinesi. Investiranno 400 milioni in due anni“. Sembra tutto a posto, ma in realtà la trattativa incontra momenti tutt’altro che positivi.

Il 20 luglio di questa estate succede di tutto: Fininvest si lamenta con gli investitori cinesi dei ritardi. Mentre Gancikoff, che ha fondato la Sine Europe Sports Investment Management, sta trattando l’acquisizione dell’80% del Milan e Fininvest non è convinta perché la lista degli investitori cambia di continuo. Inoltre la holding è preoccupata dalla futura vendita di quel 20% rimanente.

Così Gancikoff fa una mossa azzardata e propone di acquistare il 100% delle azioni con GSR Capital e Steven Zheng. Bypassando quindi la stessa Sine-Europa da lui creata. Fininvest informa Han Li e Yonghong Li.

La cordata si spacca in due: da una parte l’italo-inglese con GSR Capital (Sonny Wu) e Steven Zheng, dall’altra Yonghong Li e Han Li. Il 3 agosto lo scenario è questo. Gancikoff si prepara per andare da Berlusconi in Sardegna per firmare il contratto preliminare di vendita. Però Yonghong Li diffida gli studi legali del manager e di Galatioto, poi incarica un nuovo advisor. E così al 5 di agosto, anche grazie al coinvolgimento di Haixia Capital, si arriva alla tanto attesa firma del contratto. La Sine-Europe Sports Investment Management, società veicolo creata appositamente, comprerà il Milan.

Ad oggi della nuova cordata si conoscono solo tre investitori, ovvero Yonghong Li, la Haixa Capital e Jinlin Jongda. Il resto si conoscerà in autunno, al momento del closing. Intanto entro il 9 settembre dovranno confluire nelle casse di Fininvest gli 85 milioni di euro facenti parte di un primo versamento da complessivi 100. Già 15 sono stati versati a inizio agosto, dopo la firma.

 

Redazione MilanLive.it

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