Petagna: “Quando il Milan comprò Matri piansi chiuso in bagno”

Andrea Petagna
Andrea Petagna (©Getty Images)

MILAN NEWSAndrea Petagna sembrava essersi smarrito dopo aver lasciato il settore giovanile del Milan. Le esperienze in prestito con Latina e Vicenza erano state fallimentari e lui è persino arrivato e pensare di ritirarsi.

Ma il successivo approdo all’Ascoli nell’estate 2015 ha rilanciato la sua carriera e gli ha consentito di conquistarsi l’ingaggio dall’Atalanta, dove oggi sta dimostrando di essere un centravanti da Serie A. Il 21enne nato a Trieste ha vissuto momenti difficili, però è riuscito a reagire e riscattarsi. In questo campionato sono 3 per adesso i gol segnati in 10 presenze, ma può riuscire ad arrivare alla doppia cifra per fine stagione.

Petagna tra Matri, ritiro e rilancio all’Atalanta

Quando era al Milan c’erano molti elogi nei confronti di questo ragazzo, che nel settore giovanile aveva mostrato di avere qualità importanti. Adriano Galliani più volte disse che Petagna sarebbe stato inserito in prima squadra e che avrebbe potuto ottenere il suo spazio. Ma le cose poi non andarono così.

Nell’intervista concessa al Corriere della Sera, l’attaccante classe 1995 ha ricordato l’estate 2013, quella in cui sembrava che lui potesse effettivamente ritagliarsi spazio: «In precampionato segnai al City e nel Trofeo Tim. Con Pazzini infortunato ero l’altro attaccante a disposizione assieme a Balotelli. L’ultimo giorno di mercato il Milan comprò Matri. Quando lo venni a sapere mi chiusi nel bagno del ristorante e piansi».

Fu un momento complicato per Petagna, che comunque si era da poco affacciato alla prima squadre e che in parte poteva pure capire la decisione della società, anche se la stragrande maggioranza dei tifosi si oppose all’acquisto di Alessandro Matri e i fatti hanno dato loro ragione. Però peggio è andata all’attuale gioiello dell’Atalanta la scorsa estate.

Questo il suo racconto al CorSera: «L’anno scorso avevo pensato di smettere. Ero reduce da una stagione deludente divisa fra Latina e Vicenza, e con un solo gol all’attivo. Nessuno mi voleva prendere: per la serie B avevo un ingaggio troppo alto e il Milan, proprietario del mio cartellino, non aveva intenzione di partecipare alla corresponsione dello stipendio. In Lega Pro non mi voleva mandare e l’unica squadra che all’epoca era sulle mie tracce era l’Ascoli. Poi per fortuna i marchigiani furono ripescati in B e la mia carriera cambiò di nuovo direzione».

 

Redazione MilanLive.it

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