Garanzie e mercato cinese: il piano Milan per il ‘voluntary agreement’

David Han Li Marco Fassone Massimiliano Mirabelli
David Han Li, Marco Fassone e Massimiliano Mirabelli (©Getty Images)

MILAN NEWS – Domani per la dirigenza del Milan sarà come giocare una finale di Champions League. C’è grande attesa e tensione alle stelle per l’incontro a Nyon con i vertici UEFA che valuteranno la richiesta per aderire al cosiddetto ‘voluntary agreement’.

L’accordo con l’organismo maggiore del calcio europeo è fondamentale, come riportato oggi dalla Gazzetta dello Sport, per la crescita del club rossonero. In questo modo Marco Fassone e compagnia otterrebbero la chance di mettere a posto i propri conti e fare investimenti anche corposi nel prossimo triennio senza l’assillo del Fair Play Finanziario. Un regime liberale che verrà determinato dalla accettazione del ‘business plan’, il piano finanziario che i dirigenti del Milan domani presenteranno in seconda istanza all’UEFA. Cinque mesi fa il primo accenno fu rimandato, perché incompleto e poco dettagliato. Il problema per il club di via Aldo Rossi è che in questo periodo le cose non sono migliorate.

Per aderire al ‘voluntary agreement’ il Milan dovrà presentare garanzie solide sugli investimenti, dovrà assicurare liquidità sempre disponibile da parte della proprietà cinese e dell’azionista Yonghong Li e soprattutto convincere Nyon con il piano di sviluppo commerciale in Oriente. Tutte situazioni al momento piuttosto eteree, visto che dalla Cina ancora non arrivano notizie positive in tal senso e la pressione del debito con Elliott Management si fa sempre più accesa. Inoltre il bilancio Milan segnerà ben presto un ‘rosso’ enorme, a causa dei 230 milioni investiti sul mercato estivo e l’aumento evidente del monte ingaggi.

Il rischio è quello di scivolare dal ‘voluntary’ al ‘settlement agreement’, il regime di patteggiamento a cui hanno aderito forzatamente anche Inter e Roma. C’è un mondo di differenza tra le due opzioni: nel secondo caso il Milan dovrà far riesaminare i conti a febbraio 2018, con meno libertà di movimento, sicuro peggioramento del business plan presentato dal club, limiti (alla rosa e al calciomercato) e sanzioni economiche fino al 2021. Insomma, per Fassone e soci quello di domani sarà un incontro a dir poco decisivo e vitale: il destino del Milan passa da Nyon.

 

Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it

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