NYT – Yonghong Li non risulta proprietario di miniere cinesi

Yonghong Li
Yonghong Li (©Getty Images)

NEWS MILAN – Arrivano nuove indiscrezioni su Yonghong Li, presidente del club rossonero sul quale fin da subito sono emerse molte perplessità. Essendo poco conosciuto in Cina e non risultando tra le persone più ricche del Paese asiatico, molte domande sono state fatte sulla solidità di questo personaggio.

Eppure l’uomo d’affari cinese è riuscito a effettuare un’operazione da 740 milioni di euro per acquistare il Milan e coprirne i debiti, senza scordare gli oltre 230 milioni investiti nella campagna acquisti dell’ultimo calciomercato estivo. Ovviamente non va dimenticato che ci sono stati circa 303 milioni prestati dal fondo americano Elliott Management Corporation, denaro da restituire entro ottobre 2018. E sicuramente anche altri soggetti lo hanno finanziato nell’affare Milan. A tal proposito si è parlato molto di China Huarong.

News Milan, nuovi dubbi su Yonghong Li?

Il New York Times torna ad occuparsi di Yonghong Li e nello specifico del suo patrimonio. Ufficialmente non si è mai saputo quanta ricchezza possedesse il presidente del Milan, considerando pure che nella classifica degli uomini più ricchi in Cina non compare. Lui opera soprattutto da Hong Kong, di cui ha il passaporto, e nel suo curriculum è stato indicato come socio di maggioranza del Guizhou Fuquan Group, proprietario della più grande miniera di fosforo cinese.

Ma stando a quanto scritto dal New York Times, dalle documentazioni cinesi Yonghong Li non risulterebbe proprietario di alcun impero minerario. Sarebbe qualcun altro a possederlo e non il patron del Milan. Le miniere che lui ha detto di controllare, sarebbero state di proprietà di quatto diverse persone nell’ultimo anno. Questo emerge dalle carte consultate. Le miniere risultano di proprietà di Guangdong Lion Asset Management, una società di investimento.

Questa società era originariamente di proprietà di due investitori, Li Shangbing e Li Shangsong. Il primo ha detto di non conoscere Yonghong Li, mentre il secondo non ha commentato. Quest’ultimo nel 2015 ha venduto le sue quote a una persona di nome Li Qianru. A maggio 2016 Li Shangbing e Li Qianru, hanno venduto Guangdong Lion Asset Management a Li Yalu. Il prezzo di vendita: $ 0. Tre settimane dopo, Li Yalu ha venduto una metà delle quote a un altrettanto oscuro investitore, Zhang Zhiling. Il prezzo: $ 0. Il quartier generale della società si trova in un elegante grattacielo a Guangzhou. Ad agosto, gli uffici erano chiusi, con un avviso di sfratto sulla porta. Dentro i banchi e le sedie erano in disordine, i computer mancavano di dischi rigidi e le larve si insinuavano in un bidone della spazzatura.

Il NYT scrive che Yonghong Li ha un legame con il Guandong Lion Asset Management, però non è stato chiarito con esattezza di che tipo. E’ inoltre emerso che a maggio 2016, un giorno prima che vendesse il Guangdong Lion senza soldi, Li Shangbing ha creato una società chiamata Sino-Europe Sports Asset Management Changxing Company. Due giorni dopo è stata fondata la Sino-Europe Sports Investment Management Changxing Company, società con cui Yonghong Li ha inizialmente trattato l’acquisto del Milan. Il quartier generale delle due società si trovava nello stesso edificio della città di Huzhou. Li Shangbing ha smentito coinvolgimenti nell’operazione rossonera, nonostante l’evidente somiglianza dei nomi delle due società.

News Milan, Yonghong Li e il suo passato ‘nebuloso’

Bisogna dire che dal Milan è sempre stato ribadito che le proprietà di Mr. Li sono state verificate dagli avvocati e dalle banche coinvolte nell’operazione di acquisizione del club. Senza dimenticare i controlli effettuati dalla FIGC, che ha dato il via libera. Inoltre il patron rossonero ha sempre onorato i suoi impegni economico-finanziari.

Il New York Times ha ricordato anche che nl 2013, l’organismo di vigilanza sui titoli azionari della Cina ha multato $ 90,250 Yonghong Li per non aver segnalato la vendita di $ 51,1 milioni in azioni di una società immobiliare. Un portavoce dell’A.C. Milan ha detto che il signor Li non aveva semplicemente familiarità con le regole di quotazione.

Nel 2004 l’azienda di famiglia di Mr. Li, la Guangdong Green River Company, ha collaborato con altre due società truffando più di 5.000 investitori per un totale di 68,3 milioni di dollari. Questo secondo The Shanghai Securities News, il giornale ufficiale dei watchdog finanziari della Cina. Avevano promesso agli investitori profitti consistenti, mai realizzati. Il padre e il fratello di Yonghong Li sono stati condannati al carcere. Mr. Li è stato indagato, ma non accusato di aver commesso un illecito, secondo il rapporto. Dall’A.C. Milan è stato detto che l’episodio non ha nulla a che fare con il presidente rossonero, aggiungendo che “non era a conoscenza della situazione fino all’indagine”.

 

Redazione MilanLive.it

Impostazioni privacy