Gattuso: “Milan senz’anima, deluso da me stesso. Non molliamo”

Gennaro Gattuso
Gennaro Gattuso (Foto AC Milan)

MILAN NEWS – Domani sera il Milan torna in campo con la speranza di dimenticare le polemiche recenti e le delusioni per il pesante k.o. in Coppa Italia.

Una settimana complessa per i rossoneri, dallo scialbo pareggio di Parma alla sconfitta in semifinale con la Lazio, fino alla gara di domani contro il Torino, una trasferta complicata sia per le classiche insidie che porta la squadra granata, sia per la classifica visto che gli uomini di Walter Mazzarri hanno soltanto tre punti in meno rispetto al Milan. In tal senso, Gennaro Gattuso dovrà rilanciare le ambizioni dei suoi ragazzi, cominciando dalla classica conferenza stampa di oggi alle ore 13.

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Torino-Milan, le parole di Gattuso in conferenza stampa

Si parla di ciò che resta in questa delicata stagione: “Dobbiamo dare tutto, per la maglia, per i tifosi, per noi stessi. Stiamo arrancando, facciamo fatica e domani giochiamo con una squadra che somiglia all’Atalanta. Ci vorrà forza fisica, brillantezza, mentalità. Abbiamo il dovere di fare qualcosa di meglio. Spalle al muro? In passato avevamo tutti contro, ma abbiamo mostrato anima. Oggi manca anima, si può giocare male ma nei momenti di difficoltà sapevamo stare in campo e soffrire. Dobbiamo ritornare ad averla”. 

Gattuso dovrà risollevare il morale: “L’allenatore non può prendere a pugni i giocatori, devo fargli capire di restare uniti, non pensare ognuno al proprio orticello. La differenza l’ha fatta sempre questo atteggiamento che ora manca. Troppe chiacchiere, si parla del futuro dei giocatori, del mio. Ora pensiamo solo a questi mesi che mancano e dare il massimo”.

Vero e proprio scontro decisivo quello di Torino: “Vincendo ci può tornare il sorriso, ma poi mancheranno altre 4 partite. Non sarà facile, loro sono in salute, hanno mentalità e noi dobbiamo concentrarci su domani, poi penseremo al resto”.

Tutto andrà dimostrato sul campo per Gattuso: “Siamo spenti in tutti i sensi, oggi parlare non serve a nulla, contano i fatti ed i risultati. Non corriamo meno degli avversari, i numeri sono buoni ma è come gestiamo le partite che fa la differenza, è una questione di testa, di come scendiamo in campo”.

Sul momento delicato di Suso, fischiatissimo a San Siro: “Io scommetto su tutti i miei giocatori, i fischi li hanno presi tutti e anche meritatamente. Bisogna guardare avanti. Tutti sanno cosa si stanno giocando, se fanno fatica non lo fanno apposta. Il Milan era da tempo che non si giocava il 4° posto. Sembra che i giocatori non valgono nulla, ma non è così: la squadra ha pregi e difetti, ci stiamo giocando qualcosa di importanti dopo anni. Non posso trovare parole dispregiative per il mio gruppo”.

Cosa farà la differenza nella lotta alla Champions secondo Gattuso: “Chi farà meno fatica avrà la meglio. Ora sembra stiamo giocando a ‘ciapa no’ per il quarto posto. Dovremo faticare, questa è una componente che non deve mancare. 

Sulla domanda riguardo a un Gattuso che, da calciatore, sapeva spronare lo spogliatoio: “Penso di saper gestire lo spogliatoio, l’essere stato calciatore e fare l’allenatore sono due cose diverse. Il primo responsabile sono sempre io, sono io che faccio delle scelte giuste o sbagliate, oggi pensiamo troppo e ci facciamo del male da soli. In questo momento dobbiamo essere bravi a mettere tutti i giocatori al massimo. Qualcuno di loro non sta bene mentalmente e stiamo pagando tutto questo. Oggi non posso fare quello che facevo da calciatore. Se c’è un Gattuso in rosa? La leadership non si vende al supermercato, ci vuole tempo e percorso, ogni calciatore la vive a modo proprio”.

Gattuso non concorde sui motivi della crisi del Milan: “E’ da luglio che dicevate che io dovevo andare via, che la società voleva altri allenatori. Non è oggi che la squadra è preoccupata per l’allenatore, ormai hanno fatto l’abitudine, ogni giorno se ne sente una nuova”.

Il quarto posto ad oggi, non sembra alla portata, ma Gattuso è fiducioso: “Ad oggi direi che non siamo i favoriti, ma poi le cose cambiano. Manca un mese e dobbiamo fare di tutto per stare uniti, poi vedremo chi ci giudicherà a fine stagione. Dobbiamo chiuderci a riccio e pensare a quello che dobbiamo fare. Abbiamo il dovere di farlo, i ragazzi ci stanno male dopo i risultati recenti, ma penso che domani a Torino servirà una gara con grandi attributi e voglia di saper soffrire”.

Sullo stato d’animo di Bakayoko dopo gli episodi di mercoledì: “L’ho visto bene, poi quello che è accaduto è tutto documentato, ci sono foto, immagini e penso che il ragazzo non vuole andar via. Si trova bene in Italia, sono d’accordo con chi ha detto che siamo rimasti al 1800 ma Bakayoko l’ho visto bene. Si è comportato in un modo incredibile senza perdere la testa”.

Il mister è deluso principalmente da sé stesso: “Non solo deluso dei calciatori, la delusione più grande sono io. Non deve mancare mai quella voglia, questo aspetto ci sta mancando ma sono deluso più da me stesso che dal gruppo”.

Rino però non è affatto rassegnato come allenatore: “Mi fanno sorridere da 20 anni queste cose, io devo essere sempre lucido e non fare più sceneggiate. Non bisogna fare del cinema, sono deluso e la delusione mia è quella di non riucire a fare qualcosa di diverso o entrare nella testa dei giocatori. Il resto va bene così, non è assolutamente vero che ho mollato”.

Sul momento di Paquetà: “Non è lui a doverci salvare da solo, dobbiamo farlo tutti assieme. Quando è a disposizione è un ottimo elemento e che ci ha dato sempre una mano, ma dobbiamo solo ritrovare il collettivo”.

Sulla difesa del Torino contro un attacco Milan in difficoltà: “E’ stimolante incontrare una squadra così in forma con una difesa tra le migliori in Italia. La difficoltà e l’importanza del match è uno stimolo. Oggi proveremo ciò che vogliamo fare domani”.

Infine sulla solitudine di Piatek: “Non so quanti palloni gli dovrebbero arrivare, ma oggi l’attaccante deve attaccare lo spazio e creare qualche linea di passaggio. Non è vero che non arrivano i palloni, l’altro giorno abbiamo crossato tante volte e abbiamo preso pochi palloni. Higuain nelle prime 5-6 partite prendeva tanti palloni e lo criticavate perché era lontano dalla porta. Se la manovra è fatta nel modo corretto si può sempre creare qualcosa negli ultimi 20 metri. In questo momento facciamo fatica a palleggiare, a creare difficoltà agli avversari. Sicuramente Piatek deve essere funzionale al modo di giocare”.

 

Keivan Karimi – Redazione MilanLive.it

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