Gazzetta – Milan, Giampaolo va verso il 4-3-2-1

Milan, Marco Giampaolo va verso il 4-3-2-1 in vista del Brescia: valorizzare Piatek, preservare Suso e inserire i nuovi. Ecco le valutazioni del mister 

Marco Giampaolo
Marco Giampaolo (©Getty Images)

Non necessariamente un 4-3-3, piuttosto, come riferisce La Gazzetta dello Sport, la metamorfosi annunciata da Marco Giampaolo potrebbe riguardare più precisamente un 4-3-2-1.

La priorità, infatti, è isolare Krzysztof Piatek così da renderlo l’arma letale conosciuta lo scorso anno, ma la soluzione, secondo il tecnico, non è necessariamente il vecchio modulo gattusiano.

Perché il 4-3-2-1 potrebbe essere la soluzione

Il 4-3-2-1, piuttosto, oltre a favorire il polacco che “probabilmente da solo gioca meglio”, al contempo potrebbe anche parzialmente preservare l’intero lavoro estivo svolto con Suso trequartista. Si tratterebbe di un cambio che – secondo la rosea – la dirigenza aveva in realtà iniziato a caldeggiare già prima di Udine.

Ma bisogna cambiare non solo per un Piatek in chiara difficoltà. Tanti, troppi, i giocatori fuori ruolo e adattati. Fabio Borini mezzala, Hakan Calhanoglu regista, Suso trequartista e Samuel Castillejo seconda punta.

Praticamente mezza squadra con uno spartito non suo, o comunque, con uno non ancora digerito. L’altro aspetto riguarda i nuovi arrivati, ancora non pervenuti per svariati motivi. Ismael Bennacer e Rafael Leão sono entrati al tramonto della sfida e, più in generale, i cinque acquisti fin qui hanno giocato in tutto per 280 minuti in sette partite.

Milan-Brescia, Bennacer e Leão dall’inizio?

Da quanto filtra – si legge sul giornale – la dirigenza non ha fatto pressioni sul sistema di gioco e sulla formazione, ma diciamo che i due innesti visti nella ripresa a Udine sarebbero senz’altro graditi dall’inizio contro il Brescia.

Inoltre, come evidenzia la Gazzetta, alla Dacia Arena la situazione è apparsa piuttosto chiara: oltre alle difficoltà tattiche, il Milan è apparso anche imballato, affaticato e in ritardo sul pallone.

In estate i rossoneri volavano, adesso invece il giro palla è macchinoso e nessuno si mette in condizione di ricevere palla. Questione anche di personalità: il Milan è una squadra giovane e mancano leader che prendano in mano la situazione quando le partite lo richiedono. Una circostanza che il club aveva già messo in conto, ma il risveglio è stato più brusco del previsto.

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