Milan vivo, ma c’è da lavorare: cercasi il bel gioco

Milan, altro successo di misura ma ancora tanta fatica. Decide un rigore di Krzysztof Piatek nonostante la superiorità numerica dall’avvio. L’analisi de La Gazzetta dello Sport. 

Verona-Milan (©Getty Images)

Il Milan vince ma non convince. Nemmeno stavolta. Dopo l’1-0 striminzito contro il Brescia, ecco un’altra vittoria stentata e tirata contro un Verona vulnerabile e in inferiorità numerica da inizio partita.

Come sottolinea La Gazzetta dello Sport oggi in edicola, se vincere è l’unica cosa che conta, si potrebbe anche guardare avanti con soddisfazione. Ma nell’anno in cui il club ha puntato su tecnico cultore del gioco come Marco Giampaolo, fa strano un motto del genere.

Invece così come nelle precedenti uscite, si è visto un Diavolo sincopato, con il singhiozzo e per niente fluido. La squadra ha infatti faticato per strappare questi tre punti, non c’è ancora traccia del bel gioco, e nel finale se l’è anche vista brutta.

La realtà – sottolinea la rosea – è che il Verona avrebbe meritato l’1-1. Ha combattuto, ha tenuto botta e ha sfiorato due volte il goal con Valerio Verre. Una squadra a immagine e somiglianza del proprio allenatore, cosa che ancora non si vede tra le fila rossonere.

In casa Milan, piuttosto, oltre a balzare all’occhio l’assenza dei neo acquisti, rispunta il 4-3-1-2 trasformatosi poi in una sorta di 4-2-3-1 dopo l’espulsione di Mariusz Stepinski. Ma nemmeno questo basta: difficoltà nel palleggio efficace e squadra poco incisiva lì davanti.

All’intervallo poi Giampaolo ha preso una decisione netta: bocciatura per Lucas Paquetá trequartista, con tanto di cambio all’intervallo, e dentro il neo arrivato Ante Rebic con passaggio al 4-3-3. Buono l’approccio del croato, perché è proprio da un suo cross che il Milan sfiora il raddoppio con palo di Davide Calabria.

Ora il derby. Il primo, vero, esame per capire il reale valore di questa squadra. La classifica per ora è decente con contro avversari di medio livello come Udinese, Brescia e Verona. Sei punti giocando male. Adesso arriva il primo, grande, esame della stagione. Metterà ancor più a nudo i tanti difetti, oppure potrà essere il grande trampolino di lancio della stagione.

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